LA RICONOSCENZA

Sinceramente penso che la riconoscenza sia una delle migliori attitudini della mente. La mente va educata a superare le limitazioni dell'ego e ad esprimere, per mezzo del pensiero, la gratitudine per quanto abbiamo ricevuto e riceviamo nella nostra vita. L'ingratitudine non è un percorso evolutivo e non ci porta a scoprire la nostra reale natura. La riconoscenza, in verità, è la conoscenza della reale natura, innanzitutto nostra e , di conseguenza, dell'altro e del suo modo di agire. Se il mondo oggi va a rotoli è perché non c'è la gratitudine della riconoscenza. Infatti è solo quando facciamo un attento esame dei nostri vissuti che possiamo riconoscere gli aiuti ricevuti da tante persone, il tempo delle loro vite che hanno messo a nostra disposizione e non erano tenuti a farlo. Quando riconosciamo la loro preziosità e la preziosità delle loro azioni e delle loro parole, atte ad aiutarci, allora nasce in noi, in maniera spontanea, la gratitudine. Nel mondo di oggi non ci sono scambi equi, ci sono persone che danno e persone che prendono, senza dare affatto. Ci sono persone che prendono e pretendono e non conoscono il senso della gratitudine. Tutto questo denota un ego piccolo che, nella sua potenza  appare grande. Voglio dire che un ego inferiore è grande poiché ci imprigiona nelle sue ragioni e non ci fa vedere la verità nella sua totalità, ci mostra solo una verità parziale, ma è piccolo perché non vive le relazioni con equità ed equilibrio. Probabilmente la vita di molti di noi avrebbe potuto prendere o potrebbe prendere una svolta diversa, se avessimo la capacità di praticare la riconoscenza e la gratitudine. Per praticare queste due qualità dobbiamo essere capaci di molta umiltà e di correggere quelli che sono i nostri errori. Ma alla fine, vi chiederete, perché sforzarsi a praticare la riconoscenza e la gratitudine? Trovo che la risposta sia semplice, anche se difficile da comprendere fino in fondo. Questa pratica ci rende meno egoisti, più nobili e più consapevoli che siamo tutti collegati gli uni agli altri. L'ingratitudine ci porta a prendere e fuggire, senza avere sensibilità e rispetto nei confronti degli altri. La riconoscenza e la gratitudine ci portano ad amare gli altri, per quello che sono, ad avere un maggior rispetto per noi stessi, ad acuire la nostra sensibilità, a sentire quel filo sottile che ci collega tutti, gli uni agli altri. immersi nella illusorietà della materia valutiamo quello che riceviamo solo in termini materiali, ovvero di denaro e di oggetti. Non valutiamo l'affetto, i gesti gratuiti, gli insegnamenti preziosi che gli altri ci hanno donato e ci donano. Questo perché il denaro lo possiamo contare subito, gli insegnamenti ricevuti, che sono piccoli semi che l'altro semina dentro di noi, non si vedono subito. Tuttavia il denaro diminuisce e svanisce, gli insegnamenti crescono, rimangono e trasformano le nostre vite. Le persone sagge sono rare e proprio perché rare, non vengono valutate. 
La mia gratitudine va a tutti i maestri che ho incontrato lungo il mio percorso fino ad oggi.  Riconosco in loro la potenza della vera conoscenza. Questa conoscenza mi è stata trasmessa con umiltà e spero di continuare io ad essere umile nel custodirla dentro di me.

Adriana Crisci