IL CONTROLLO


Uno degli errori più comuni del quale ci si deve rendere conto in un  percorso di crescita è l'esercizio del CONTROLLO. Non mi riferisco ad un controllo qualsiasi, ma alla sottile manipolazione che possiamo esercitare sugli altri o che gli altri possono esercitare su di noi. Per altri intendo anche i mass media. Infatti tutti quanti noi siamo tenuti sotto controllo da messaggi subliminali che, continuamente, i mezzi di comunicazione moderni ci inviano attraverso i notiziari, le pubblicità, gli spettacoli, la stampa e quanto altro. Secondo lo yoga tutto quello che entra attraverso le cinque porte dei sensi, ovvero vista, udito, olfatto, gusto e tatto, va a formare  quello che diveniamo. Come dire, tutto quello che i sensi catturano viene decodificato dentro di noi, quando riusciamo a decodificarlo e diviene parte di noi. Oggi vorrei parlare del controllo che si può esercitare volontariamente o involontariamente sugli altri.
Possiamo esercitare il controllo con uno scopo specifico oppure senza rendercene conto, perché tenere tutto a bada ci da delle pseudo sicurezze. Possiamo controllare gli altri per paura, per emulazione del potere o per il sentimento di eccessiva cura nei loro confronti.  Spesso ci lasciamo trascinare da illusori ed entusiasmi,  pensando di essere noi a conoscere quello che può essere bene per un altro. In questo modo, adottiamo degli atteggiamenti di eccessiva premura, invadendo la sfera personale dell'altro e non permettendogli di crescere. Non sempre la crescita è l'evitare che qualcuno si faccia del male o faccia del male. A volte è necessario proprio che questo accada per iniziare un vero percorso di crescita e cambiare.
Anche quello che scambiamo per eccessiva premura, ma che in realtà è il controllare gli altri affinché siano come noi desideriamo vederli, può creare una ferita.
Di che ferita si tratta? Se non riusciamo a desistere dal controllare un'altra persone, vuol dire che non le diamo fiducia, che non crediamo sufficientemente in lei o in lui, che viviamo nell'incertezza. Le nostre incertezze non hanno a che fare molto con la persona che stiamo controllando, hanno a che fare con il nostro desiderio di trovare qualcuno che creda in noi, che ci accetti per quello che noi siamo, che ci mostri affetto. Se questo avviene è naturale che non vogliamo perdere chi ci da tutto questo.
Se desideriamo davvero il bene degli altri, per quanto possa essere difficile per noi, dobbiamo mostrargli fiducia, aiutarlo ad essere libero, aiutarlo a portare fuori le sue qualità, poiché ogni persona è un essere perfetto nella parte più profonda  di se. Mi viene da fare questo esempio: possiamo insegnare agli altri come andare in bicicletta e portare fuori la sua forza per stare in equilibrio, ma non dobbiamo poi preoccuparci se cadrà o se continuerà ad andare in bicicletta, questo attiene solo alla sua libertà. Nella prima parte abbiamo e esercitato un aiuto disinteressato, al contrario, se ci ostiniamo nella seconda esercitiamo il controllo e quindi siamo intrappolati nel gioco del nostro ego.
L'ego è : "L'ego o aham è il centro intorno al quale ruota la falsa personalità. L'ego è il primo germe dell'ignoranza. Non è un'acquisizione positiva ma semplicemente mancanza di conoscenza......... L'ego è la sorgente dell'invidia, della cupidigia, della collera, della malizia e della vanità. Ti distoglie dalla verità e ti fa apparire reale ciò che è falso. L'egoismo è infatti maya, l'illusione che ci spinge a credere che il mondo sia reale e duraturo; l'amore è la sola cosa che possa eliminarlo"Bhagawan Sathya Sai Baba
L'ego, su un percorso di crescita e di realizzazione è quanto di più difficile ci sia da trasformare. Spesso ci illude che stiamo operando per il bene dell'altro mentre lo stiamo ferendo. L'amore è la medicina per ogni tipo di malattia, tuttavia, l'amore vero lascia gli altri liberi di essere quello che vogliono essere e non li soffoca. L'amore vero non è permaloso, non è geloso, non è offensivo, tratta gli altri con equanimità, così come noi vorremmo essere amati dagli altri.
Certamente non è facile realizzare tutto questo. Gli errori della vita servono proprio a svegliarci. Se un errore ci crea sofferenza allora vuol dire che quella sofferenza è la spinta che ci può aiutare a trasformarci. 
Controllare gli altri significa non amarli veramente. La vita è fata di incontri, scontri, riconciliazioni lì dove è possibile che ci siano. Ritengo, è questa è una mia limitata opinione, che se coltiviamo il vero amore, questo ci porterà sempre alla vera trasformazione. Nelle relazioni non dobbiamo vedere e analizzare soltanto quello che un altro può averci fatto ma anche il perché e analizzarci profondamente. E' allora che scopriremo tanti aspetti di noi che possiamo migliorare. Per questo, prima di cercare di migliorare gli altri controllandoli, cerchiamo di migliorare noi stessi e di divenire liberi dalla morsa dell'ego. 
Un nuovo anno non è mai nuovo, cambia solo un numero sul calendario. Un nuovo anno inizia quando prendiamo la decisione di lavorare con amore alla trasformazione del nostro ego.
L'augurio che faccio a tutti noi è di arrivare a comprendere il vero significato dell'amore e con umiltà essere sempre pronti e ricettivi ad accogliere le lezioni della scuola che stiamo frequentando in questo mondo: la vita.
Adriana




LA CALUNNIA


Voglio riprendere un argomento che scrissi anni fa e che non è facile affrontare: la calunnia. Per esperienza di vita ho visto persone di una certa elevatura interiore essere calunniate senza meritarlo. Molto spesso coloro che calunniano sono persone che hanno avuto stretti rapporti concoloro che decidono deliberatamente di calunniare.Tuttavia, come dice un proverbio cinese: “La calunnia non distrugge l'uomo onesto, poiché passata l'inondazione la pietra riappare.” Poiché l'uomo moderno non sempre è un ricercatore della verità è facile che una calunnia prenda piede  ma se si è centrati dentro, si troverà, anche se con difficoltà, la forza per superare le maldicenze.  Platone ci indica la strada, il sistema da applicare : "Se la gente parla male di te, vivi in modo tale che nessuno possa crederle.” Quando si viene investiti da una calunnia bisogna semplicemente continuare ad essere se stessi e questo smonterà la calunnia. Magari in qualcuno potrà rimanere sempre il dubbio: " E se fosse proprio così? ".  Una mente aperta, votata alla visione, del positivo e che va oltre, non si concede il beneficio del dubbio ma sa che spesso il calunniatore ha creato una sua proiezione su colui che è divenuto oggetto della sua calunnia. Il famoso drammaturgo francese Henry Becque disse : " In una sola volta la maldicenza colpisce tre persone: chi la fa, chi la subisce e chi l'ascolta". Chi la fa perché c ha una visione ristretta della vita, dovuta, molto probabilmente, all'educazione che ha ricevuto, quindi spesso è una persona infelice e con una serie di problemi. Chi la subisce perché è trascinato nel fango e deve trovare tutte le energie per superare l'onta della maldicenza. Chi l'ascolta perché diventa complice di chi l'ha creata. Qual'è il conforto del calunniato? Mi piace riportare una frase del filosofo Kant: Pazienta per un poco...... La verità è figlia del tempo: presto la vedrai apparire per vendicare i tuoi torti.” Il significato è che l'oscurità prima o poi viene illuminata dalla luce e quindi il calunniatore sarà considerato come un meschino e il calunniato come un vincitore. Sin dall'antichità i saggi ci hanno consigliato di praticare mouna il silenzio! " La miglior risposta alle calunnie è il silenzio".Alcuni mi hanno chiesto perché non difendersi dalle calunnie, la mia risposta è stata: " C'è sempre una motivazione che spinge il calunniatore a calunniare, spesso è la rabbia derivata dalla frustrazione di non poter realizzare i propri desideri, leciti o illeciti che siano. Il calunniatore vede il male dove non c'è perché è stato educato con una rigida morale. A causa di questa sua deformazione mentale vede il male dove non c'è e vede il bene dove non c'è. Spesso coloro che calunniano non hanno una conduzione di vita esemplare e ciò che traspare dalla loro facciata non è quello che sono. fanno credere agli altri di essere quello che non sono e quindi vivono nella menzogna. Una persona che segue la verità, che cerca di essere coerente con quello che pensa, dice e fa, non avrà necessità di calunniare un altro. Al contrario, per una persona che vive nella menzogna, verrà naturale creare delle menzogne anche sul conto degli altri, poiché nella sua mente le confonde come se fossero delle verità. E' vero che chi è calunniato viene gettato nel fango, ma è pur vero che la calunnia, di ritorno, getta fango a chi la perpetra. C'è un modo per il calunniatore e il calunniato di superare quanto è successo? Ritengo di si, ma di questo ne parlerò in futuro.