GRATITUDINE

E' quasi l'una di notte, oggi è stato un giorno particolare, emotivamente intenso, uno di quei giorni nei quali assaporo il senso dell'esistere, di essere ciò che sono e quanto sia importante lasciare, a loro volta, gli altri essere ciò che sono. Negli ultimi tempi ho cercato di purificarmi da pensieri distonici per rimanere ad osservare, al fine di imparare altre cose. La vita, con tutte le sue sfaccettature è spiritualmente un percorso di crescita. E' importante non arrivare mai ad essere certi di sapere ma cercare di coltivare la seguente verità insegnata da Socrate: io so di non sapere. Questo ci fa rimanere aperti nel ricevere nuovi insegnamenti, nel cogliere le opportunità che essa continua ad offrirci, anche quando sembra che ci sia uno stallo. Penso che le situazioni non siano mai come sembrano e che non è possibile sapere dietro alla loro rappresentanzione cosa si nasconde. Su un palcoscenico i riflettori illuminano di più la parte della scena dove gli attori stanno recitando e noi veniamo catturati principalmente da ciò che appare e da quello che possiamo udire. Il perchè gli attori stiano recitando quella parte, il tempo che hanno impiegato per impararla e farla loro al punto da dimenticarsi di essere dei recitanti e infine da quale parte del teatro il Regista sta dirigendo, ci sfugge. Sono giorni che, come in un film, le immagini della mia vita scorrono sullo schermo della mente. All'inizio sembravano fotogrammi separati, non parte di un unico film, ma poi ho visto la sequenza ed è per questo che voglio ringraziare tutte le persone che ho incontrato dall'inizio di questa vita e con le quali ci sono stati attimi condivisi. In fondo il tempo è attimi che si sono sfiorati a volte pieni di felicità e altri senza felicità. Tutti sono stati i giusti insegnanti per me. Alcuni mi hanno donato lezioni semplici, altri lezioni difficili, dure, complicate e se ci penso la vita è questa: momenti di condivisioni importanti che sembrano eterni per poi rivelarsi ingannevolmente veloci. Ognuno ha portato qualcosa di suo da voler condividere con me e in qualche modo mi ha  dato la possibilità di farli partecipi di qualcosa di me. A caldo non è facile capire i comportamenti altrui o far capire i nostri, per questo, nel tempo, dopo che qualcosa è accaduto, cerco di continuare a praticare due Niyama dello yoga che cambiano quello che nel mio stile di vita va migliorato e tendo così a coltivare un atteggiamento più positivo. I due Niyama sono: Santosha che, in questo caso applico come la capacità di accontentarsi di ciò che gli altri vogliono e possono darci, cercando di comprendere che è già tanto perchè nulla ci è dovuto e ci appartiene. E' importante lasciare ogni persona libera di esprimersi, di essere ciò che è, di portare fuori la parte migliore di se e questo vale anche per la nostra libertà espressiva. Così possono crearsi i rapporti veri, sentiti, intrisi di profondità, che ci portano a sperimentare ciò che ordinariamente non è possibile scandagliare. Se ci mettiamo davanti allo specchio vediamo la nostra immagine riflessa ma non ne abbiamo una reale conoscenza e così è per quello che gli altri vedono di noi e noi di loro, è solo un qualcosa di parziale ma raramente profondo a tal punto da portarci a comprenderne la reale natura. Tuttavia anche quello che gli altri ci fanno osservare di noi aiuta per l'esercizio dell'altro Niyama, svadhyaya la conoscenza di sé. Con la pratica di santosha e svadhyaya, nel tempo, possiamo guardare gli accadimenti da una visuale differente, più purifcata, meno condizionata dal nostro ego. Dire un grazie non è esclusivamente un atto di cortesia, dietro c'è il riconoscere di aver compreso molte cose e che continuiamo ad essere coltivatori della libertà. Non dobbiamo mai vergognarci di dire grazie o dedurre cosa gli altri penseranno ma ricordarci che l'orgoglio ci separa e deteriora i rapporti, mentre un grazie è il mastice che li rinsalda e  ci porta a credere ancora di più nelle nostre capacità.

L'ARTE DELL'AMICIZIA


 

Pochi giorni fa con degli amici, scherzosamente, scambiavamo due chiacchiere e piacevolmente ho constatato quanto sia importante coltivare l'arte dell'amicizia, il collegamento con persone gentili e parlare di argomenti che non creino disarmonie. L'amicizia è qualcosa di sacro e se viene alterata da discussioni ci dobbiamo chiedere se è una vera amicizia, questo mi ha insegnato il mio Guru. L'amicizia autentica fa parte dell'Amore con la A maiuscola, per questo se troviamo veri amici è come se avessimo scoperto dei tesori, come il detto ci indica. Per coltivare quella che i nostri avi chiamavano amicitia bisognerebbe conservare uno spirito un po fanciullesco che segue il cuore, piuttosto che la mente. Le amicizie che costruiamo sono lo specchio di quello che noi siamo dentro: avremo delle relazioni vere, autentiche, trasparenti, se dentro di noi cerchiamo di promuovere la verità e l'amore. Avremo relazioni superficiali, disturbate, piene di trambusto e sofferenza se dentro siamo delle persone irrisolte e conflittuali che rischiano di trascinare anche gli amici nell'afflizione. Tuttavia a volte, ciò che si vede nell'altro  è quanto ognuno desidera avere dentro di se e non riuscendo, capita che  si commettano degli errori nei confronti di una persona amica. Non dobbiamo mai cercare di correggere l'altro anche quando i suoi errori possono essere manifesti ma ricordarci che l'unico potere che abbiamo è quello di cambiare noi stessi e che possiamo cogliere da amicizie sincere e oneste gli insegnamenti per diventare persone migliori. Un individuo che è al servizio degli altri vedrà in questi qualità positive e cercherà sempre di aiutare tutti nessuno escluso, incoraggiandoli. Possiamo provare amore per noi stessi quando amiamo, in maniera altruistica e cercare di non ripetere le stesse esperienze di chi è in errore. La vita è una preziosa occasione e la si spreca quando si continua a tentare di manipolare, ferire,umiliare. L'amicus è quella persona i cui sentimenti sono somiglianti ai nostri, non solo, aggiungerei: con il quale si instaura un rapporto di reciproca fiducia che va al di là delle questioni materiali. I veri amici sono i nostri migliori confidenti e noi i loro e per questo è una relazione davvero straordinaria!  Il satsaṅga  da saṅga compagnia e sat vero è uno dei fiori della pratica dello yoga ma direi anche di ogni comunità e ci indica quanto sia importante la frequentazione di una buona compagnia composta di persone che dialogano tra loro e hanno il tempo e la pazienza di ascoltarsi al fine di raggiungere la stessa meta. Un sano scopo comune porta al miglioramento della qualità di vita di tutta la compagnia. Il ricercare un buon satsang e il comportarsi con amore è di per se una pratica. C'è un detto popolare che dice " Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". Esso ci indica che, a seconda del gruppo di persone che frequentiamo così diventiamo. Le amicizie, sopratutto se sono intime, influenzano profondamente le nostre vite e ne determinano il futuro, per questo è importante trovare luoghi dove le persone condividono nobili ideali e perseguono, con sincerità, uno scopo di elevazione della propria condizione. Seguire il  seguente decalogo potrebbe essere un ottimo corollario sia per la pratica dello yoga  ma nella vita in generale.

SPUNTI PER COLTIVARE L'ARTE DELL'AMICIZIA

1- Aiutarsi sempre vicendevolmente

2- Sostenersi reciprocamente

3- Divertirsi insieme e promuovere una vita allegra

4- Invitarsi nelle rispettive case. La casa è quella fisica ma anche quella interiore, delle nostre emozioni e sentimenti. Invitarsi significa aprirsi l'uno con l'altro

5- Conversare facendo in modo che le discussioni non alterino il rapporto ma siano costruttive e amplifichino in noi la capacità di saper ascoltare l'altro

6- Scambiarsi le idee, perchè dallo scambio può nascere il nuovo

7- Essere affettuosi e gioiosi ogni volta che ci si incontra

8- Chiedere: " Come stai? Vuoi parlare con me? Posso fare qualcosa per te?"

9- Aiutarsi a superare le difficoltà e i momenti poco felici

10- Accertarsi che l'altro stia bene e desiderare il suo bene. Quindi non pensare solo a quello che noi desideriamo, a come vogliamo che l'altro soddisfi i nostri desideri ma promuovere la felicità dell'altro e di conseguenza il nostro benessere

11- Essere gentili e umili, chiedendo scusa o perdono quando ci accorgiamo che abbiamo abusato del tempo e della vita dell'altro e lo abbiamo, in qualche modo, ferito. Questo andrebbe fatto sempre ed è un atto di autentica nobiltà d'animo e di grande spiritualità.

C'è un poema indiano che dice :  Quale felicità, quale beneficio avete potuto trarre dall'amicizia? I vostri amici vi hanno trasformato o sono stati trasformati da voi?" Se non vi è stata alcuna trasformazione, a che cosa serve dunque l'amicizia?"

Ringrazio il mio Maestro Sathya Sai Baba per gli insegnamenti sull'amicizia che cerco di applicare non senza difficoltà, li sintetizzo: la vera amicizia è interessarsi e prendersi cura dell'amico, è condivisione e non è una strada a senso unico ma a doppio senso. Se si continuano a ricevere benefici dall'amico e non si condivide o ricambia, allora non è vera amicizia ma sfruttamento. L'amicizia è sensibilità e tenerezza. Un amico non può essere scortese, intrattabile, sbrigativo perchè l'amicizia è delicata, dolce, tenera. Non puoi pensare di essere ostinato, difficile, duro con un amico. 

Infine esprimo gratitudine ai miei genitori che mi hanno insegnato quanto sia importante la gentilezza e il rispetto verso gli altri.

 



LE OPPORTUNITA'





Il mio sforzo è condividere come lo yoga, in modo creativo, parta dal tappetino, dove può avvenire una trasformazione importante e in seguito svilupparsi nella vita quotidiana. Quando diviene necessario osservare, elaborare e trasformare alcuni accadimenti della mia vita, come ho fatto pochi giorni fa, mi immergo nella pratica dello yoga per tempi prolungati e giorni di seguito, questo mi aiuta ad avere un punto di vista meno coinvolto, imparziale e quindi ad osservare le cose non più come vorrei che fossero ma come in realtà sono. Stiamo tutti attraversando anni  faticosi nei quali veniamo coinvolti dallo smantellamento di ciò che credevamo essere certo e ci viene richiesto di rinnovarci man mano che questo accade. Tuttavia, nel contempo, se facciamo attenzione, sembra che nuove forze emergano dentro ognuno di noi. In qualche modo la pandemia ci ha mostrato uno dei concetti più antichi ovvero che dovremmo sforzarci di ricercare l'unità nella diversità. Infatti come abitanti della terra, seppur diversi nelle loro culture, nel loro status sociale, etc, siamo stati tutti costretti a rispettare il lockdown e a sperimentare altri possibili modi di vivere e spaziare. Questa regola che vigeva nei paesi del mondo ci ha resi, per la prima volta, tutti uniti al fine di preservare quante più vite possibili. Ricordo che in quel periodo sembrava tutto rarefatto eppure i giorni scorrevano e in qualche modo eravamo  TUTTI IN RETE, non mi riferisco solo a internet ma anche alla rete INTRANET, più interiore,sottile e meno percepibile, alla quale non si accede pigiando un tasto di un aggeggio elettronico. Pensiamo che ci sia un inizio e una fine delle esperienze ma in realtà cosa inizia se non ciò che è già iniziato e cosa finisce se non ciò che cerchiamo illusoriamente di chiudere nei meandri della nostra mente? Ogni vissuto lascia una traccia dentro di noi che continua ad esistere fino a quando non decidiamo, secchiello alla mano di riempirla di nuovo terreno fertile, di esperienze atte a colmare, nella maniera più evolutiva possibile, quella traccia. I solchi diventano sempre più solchi quando ripetiamo le stesse azioni, pur sapendo che quell'agire potrà essere poco rispettoso verso un altro e questo mentre il tempo passa e anche noi stiamo viaggiando con esso, illudendoci che qualcosa inizia  e qualcos'altro finisce. Non pensiamo quasi mai che siamo aggregati di atomi  strutturati da un ego che ci causa non pochi problemi. Siamo attori di una commedia universale che non vediamo e ancor meno cerchiamo di comprendere, mentre il pieno e il vuoto creati dalle nostre emozioni si susseguono senza tregua alcuna. E in tutto questo tran tran noi possiamo decidere di vivere con OPPORTUNISMO oppure cogliere le OPPORTUNITA'. Mi sono chiesta: cosa avranno da dire queste due parole insieme? Apparentemente sembrano parole con  un diverso significato, in realtà sono come due gemelli. Il Vijñānabhairava Tantra uno dei capitoli dell'antico Rūdrayāmala Tantra, in cui lo yoga viene considerato come una via che ci può portare al di là di ciò che è duale, ci indica che la distruzione è spesso un mezzo per farci uscire da quello stato di torpore che l'ignoranza determina e quindi ci porta in Vijñana la conoscenza che ci rende saggi. Da ciò si può comprendere come lo yoga sia uno dei procedimenti per distruggere l'inconsapevolezza e arrivare ad uno stato di consapevolezza. Non è detto che questo avvenga sempre con dolcezza, perchè per scuoterci da quell'ignoranza che ci fa vedere le cose in modo non reale a volte sono necessarie delle tempeste. Proprio per questo opportunismo e opportunità possono non essere antitetici. Infatti l'opportunismo può farci credere che stiamo cogliendo le giuste opportunità, in realtà, spesso, ce le sta facendo perdere.......  Beninteso, dipende dall'accezione che diamo all'opportunità: cosa è un'opportunità? Gli antichi avi latini la chiamavano ob portum ovvero verso il porto. Viene da chiedersi quale porto? Qual'è il porto a cui vogliamo approdare? Avere  successo, potere, soldi, relazioni a volte ambigue, viaggiare per il mondo perché ci fa sentire cosmopoliti? Quando inizieremo il vero viaggio della vita e ci dedichermo meno a quello esteriore destinato a finire nell'accumulo di  delebili ricordi?  Qual'è il porto della nostra vita,  il vento delle nostre intenzioni e i condizionamenti che ci sospingono per raggiungerlo? Un tempo, in fondo, non è molto diverso da un altro. Nessuno di noi sa in quale tempo raccoglierà quello che per opportunismo ha seminato.... il karma creditore ci fa illudere che non vorrà incassare il debito ma prima o poi si presenterà alla nostra porta e ci troverà impreparati. L'opportunismo come camaleonti ci fa assumere tanti colori, tante facce e adattare i comportamenti a seconda dei nostri interessi e non di quelli dell'altro. Il contrario dell'opportunismo è un atteggiamento leale e coerente che non porti avanti solo il proprio utile ma che ci faccia agire, per il bene comune. Infatti sono gli interessi che ci legano ai frutti dei pensieri, delle azioni, che ci creano ansie e non ci rendono liberi. La libertà non è solo gestire la vita a proprio piacimento volendo tenere sempre il bandolo della matassa e quindi, nel caso delle relazioni, decidere quando, se e come portarle avanti, non tenendo conto delle esigenze dell'altro e illudendoci di avere noi il potere di........magari servendoci degli altri per riempire qualcosa che manca dentro di noi. Libertà non è essere continuamente in fuga  dalle proprie radici e ricercare una stabilità che non potrà mai essere reale se rinneghiamo quelle radici. Libertà non è far entrare gli altri nella propria vita o entrare nella loro vita  e poi rimanere in studiate, comode e a volte immature posizioni di manipolazione.  Libertà non è il pensare che oggi ci sta bene in un modo e domani possiamo fare altro purchè vengano soddisfatte solo le nostre esigenze. La libertà, quella vera, è innanzitutto esercitarsi all'umiltà  che ci porti a praticare attenzione e amorevole gentilezza verso tutti gli esseri, con la consapevolezza che siamo tutti interconnessi. Questo esercizio ci porterà a comprendere che non ha senso vivere  secondo un nostro determinato opportunismo del momento. La vita ci dona delle opportunità, può essere che ce le lasciamo sfuggire e che esse ci vengano donate di nuovo ma.....difficilmente ritorneranno più volte. Per quanto alto voli un uccello, prima o poi dovrà fermarsi e può essere che quando sarà costretto a fermarsi vedrà le opportunità che ha perso. Tanto tempo fa, in seguito ad una spiacevole situazione, sognai di essere in un porto, c'era tanta gente che si affollava in un determinato punto, allora facendomi strada arrivai al molo, vidi che le acque erano molto sporche e che all'interno annaspava una persona per la quale mi ero prodigata al fine di aiutarla. Tutti guardavano e non agivano ed  io non sentii di tuffarmi e di portarla in salvo. Rimasi scioccata al risveglio, come era stato possibile che non mi fossi tuffata a salvare una persona che conoscevo? nella mia vita lo avrei fatto anche se non l'avessi conosciuta!!! Ho impiegato degli anni per comprendere il significato di quel sogno e quando l'ho compreso non immaginavo che fosse così importante e pieno di insegnamenti per me. Dobbiamo avere la maturità di capire quando è giusto non permettere più agli altri di usarci e lasciar andare chi prova l'attrazione di attraccare a porti differenti dai nostri. Ognuno ha una sua visione della vita, dobbiamo solo osservare  e lasciare fare al tempo.  Anche se i tormenti, le angosce, i dolori, denominati nello yoga kleśa, ci creano dispiacere, dobbiamo capire che non possiamo cambiare gli altri ma l'unico potere che abbiamo è cambiare noi stessi, come non possiamo pretendere di aiutare chi non richiede il nostro aiuto o non si apre a noi. I rapporti veraci sono fatti di piccole cose ma ci vuole una grande forza di volontà nel lasciare andare coloro che ci cercano per il loro opportunismo e continuare a camminare, con serenità e gioia, verso la nostra meta per non perdere nuove opportunità, forse anche migliori, che prima o poi incontreremo o che stiamo già incontrando. All'inizio la delusione sarà cocente se è la prima volta, scottante se è la seconda ma pian piano i comportamenti degli altri non ci toccheranno più, anzi inizierà ad affermarsi dentro di noi l'autostima se penseremo che non ci comporteremo mai come loro. Imparare ad essere  nella nostra posizione di flessibile stabilità ed equilibrio, questo ci farà piegare  con umiltà, come la canna di bambù, all'arrivo delle tempeste e delle intemperie, ma ci farà rialzare, con la stessa flessibilità, quando tornerà il sole nella nostra vita.  Uno degli asana che crea enorme stabilità e forza dentro di me è Garudasana la posizione dell'aquila. Garuda è il veicolo di Visnù la cui attitudine è quella di preservare e mantenere il dharma, l'etica. Pratico Garudasana quando devo ridimensionare il mio orgoglio, la modestia e sviluppare dentro di me la compassione e il senso di unità. Personalmente io non riesco ad essere indifferente, non amo usare gli altri per un mio tornaconto, per opportunismo, quindi cerco di non gestire i rapporti ad uso esclusivo di un mio soddisfacimento personale ma mi sforzo di cogliere l'opportunità che i rapporti mi offrono. Potrei essere in errore ma non credo sia corretto condizionare le vite altrui e continuare a perseverare nell'indurre altri a vivere anche un sol momento di infelicità. Ritengo che il mondo sia la scuola, l'occasione che abbiamo per spogliarci di alcuni condizionamenti, per imparare il rispetto e che sia sempre saggio chiedere scusa qualora ravvisiamo degli errori da parte nostra e non ci deve importare se gli altri non lo fannno. La più grande opportunità che la vita ci offre è quando ci fa incontrare qualcuno che ci apre gli occhi ed è allora che dobbiamo essere opportunisti, nel senso di cogliere la preziosa occasione che ci viene offerta per essere aiutati a risalire le correnti di alcune acque torbide della nostra esistenza. Dovremmo coltivare quella giusta forza di volontà che ci fa essere determinati ed intelligenti nel capire quando siamo davanti ad una grande opportunità e nel non lasciarci condizionare da chi vive senza coerenza e in maniera egoica la propria vita. La vita è un sogno visto dal finestrino di un treno.......alcune volte ci viene data l'opportunità di approfondire delle cose ma, se le nostre distorsioni irrisolte e tossiche sono prevalenti, non la coglieremo e  continueremo a sballottare a destra e a manca alla ricerca di un qualcosa che possa placare le nostre angosce e i turbinii interiori. Essere vivi significa non dimenticare mai, in ogni momento in cui stiamo respirando, che dobbiamo continuare a lavorare dentro di noi con onestà e sincerità al fine di non arrecare mai, in alcun modo sofferenza ad alcuno. Infine dobbiamo sempre trovare il tempo non per sfruttare gli altri ma per non dimenticarci di loro, mettendoli da parte con la scusa che non abbiamo tempo perchè potrebbe arrivare un  giorno in cui gli altri non vorranno più avere tempo per noi. L'umanità non è un concetto astratto ma è innanzitutto trattare ognuno con umanità perchè  non esiste una persona meno preziosa di un'altra, in quanto tutte le esistenze sono allo stesso modo preziose. La vita è un gioco e non dobbiamo mai dimenticare che non la stiamo giocando da soli ma che possiamo giocarla grazie alle opportunità che gli altri ci offrono spesso senza opportunismo da parte loro! Anche questo è applicare lo yoga oltre il tappetino.