IL GIUDIZIO


La mente ha la tendenza a dividere più che ad unire. Questa tendenza la rende giudicante, nell'osservazione delle persone e delle situazioni esterne. E' molto difficile, quando si osserva qualcuno o qualcosa, non esprimere la propria opinione, la propria valutazione, anche se queste rimangono all'interno di noi. E' una caratteristica della mente, una sua tendenza. Essa critica e giudica in base alla propria forma che  si è costituita grazie alla educazione ricevuta, alla cultura acquisita, alle esperienze vissute e a come esse sono state decodificate. Quando puntiamo l'indice verso gli altri, le altre dita sono puntate verso noi stessi, quasi a significare che quello che stiamo giudicando negli altri, in realtà è quanto non accettiamo di noi. Per esempio ci sono tanti  finti moralisti che  divengono giudici dei comportamenti altrui, quando loro stessi ne hanno adottati di simili o sarebbero pronti ad adottarli. La visione che abbiamo degli altri è sempre una visione parziale, poiché possiamo conoscere solo ciò che appare e non quello che pensano, i loro vissuti,  le loro storie passate, per non parlare dello sconosciuto inconscio. Siamo sempre pronti a voler modificare gli altri, ma quanto siamo disponibili a cominciare un lavoro onesto e profondo dentro di noi? Personalmente ritengo che la vera giustizia si serva di strumenti sottili  affinché  le leggi universali vengano rispettate. Anche quando sorgono delle controversie, nelle relazioni, è necessario chiarirsi, ma non additare. L'ego, il falso ego, ci fa pensare che le ragioni siano sempre dalla nostra parte e che siano sempre gli altri a sbagliare. E' più facile scaricare le colpe sugli altri, piuttosto che assumersele. E' più facile essere giudici che semplici ed imparziali osservatori e testimoni. Dieci persone che assistono ad uno stesso evento, avranno dieci opinioni differenti, poiché lo avranno osservato secondo la loro ottica personale. In verità non esiste un'ottica collettiva, magari ci fosse! Avremmo così la possibilità di vedere chiaramente la verità dietro le apparenze. Gli altri, come noi, agiscono in base alle loro tendenze, agli impulsi dell'inconscio, al guna che predomina nella loro personalità. Gli altri, come noi, sono qui per risolvere quello che non hanno risolto, per comprendere quello che non hanno compreso, per riparare ai conflitti esistenti. Una persona che giudica gli altri è perché giudica se stessa e questo crea delle difficoltà relazionali abbastanza serie. Che fare quando ci si sente giudicati? Prima di tutto è utile chiedersi perché proprio a noi e quale lezione l'Universo sta cercando di farci apprendere. E' necessario farsi un serio ed approfondito esame di coscienza e poi comprendere che non sempre c'è una motivazione proveniente dal presente. Dobbiamo imparare ad essere più forti ed arrivare alla capacità di accettare equanimamente le lodi e le critiche. Siamo stati noi giudici di qualcuno ed ora dobbiamo imparare cosa si prova ad essere giudicati?
Cosa fare quando ci accorgiamo che stiamo per emettere un giudizio? Prima di esprimerlo contiamo fino a 10 e respiriamo per 10 volte osservando l'inspirazione e l'espirazione. Alleniamoci ad osservare e conoscere la nostra mente e quindi a capire quando è nell'attitudine giudicante.
Questi semplici esercizi aiutano davvero tanto.

Adriana Crisci

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo contributo!