LA METAFORA DELL'AQUILONISTA

 

SOSTENERE, CON LIBERTA',  UN PROGETTO COMUNE

Un uomo, lontano dagli affari affannosi di un mondo oramai standardizzato nella libertà condizionata, aveva consapevolmente deciso di impiegare il suo tempo nell'essere liberamente intento ad esprimere i suoi talenti, non solo fisici ma anche psichici, costruendo un aquilone. Investiva il suo tempo per lavorare a questo progetto e non gli interessava quanto avrebbe guadagnato da ciò che stava producendo.   Infatti sapeva che, mentre lavorava, nel contempo,  stava allenando, con pazienza, la sua capacità di costruire e non trattenere per se, di svolgere bene il suo compito all'interno della società a prescindere da quanto ne avrebbe ricavato. A differenza del diffuso pensare dove il quanto mi dai è più importante del cosa e come devo farlo, gli interessava, innanzitutto, che fosse un dono destinato al beneficio della collettività. Non desiderava essere pagato con una tariffa a ore ma guadagnare il giusto per il suo impegno, non gli interessavano articoli sui giornali, interviste televisive o operazioni di web marketing per venderlo al miglior compratore. Infatti per lui l'acquirente migliore non era chi avrebbe fatto di tutto pur di ottenerlo ma chi avesse avuto la capacità di capire cosa  raccontava quel manufatto. Ciò che gli premeva, terminata la sua opera, non era soddisfare l'ennesimo capriccio di qualcuno in particolare ma condividere la sua gioia con gli altri e  suscitare in  loro  benessere e altrettanta gioia quando tutti insieme avrebbero visto volare il grande aquilone. Avrebbe potuto decidere di costruire qualsiasi altro oggetto ma pensava che l'aquilone con la sua leggerezza poteva insegnare a tutti che prima o poi, se si desidera davvero che ognuno esprima nella società i propri talenti  bisognerà avere il coraggio di non trattenere tutto per se stessi ma avere la capacità di saper condividere, anche le creazioni più belle, non per ricevere plausi, non per raccogliere i frutti, ma per far si che qualcun altro possa essere felice e soddisfatto. Siamo tutti interdipendenti, la nostra felicità dipende dagli altri e ognuno di noi può contribuire alla felicità altrui. Mollare i fili e far volare liberamente gli aquiloni è  quello di cui il mondo oggi ha bisogno. Infatti stiamo assistendo a crisi che toccano vari settori: quella politica e di alcuni governanti che sono sempre più distanti dall'ascoltare le idee e le intelligenze dei popoli, la crisi economica perché  la ricchezza è in mano a pochi uomini sulla terra, uomini che, dall'alto dei loro piedistalli,  rendono dipendenti, nel senso di dipendenza, il resto della popolazione e a cui è legalmente permesso di sfidare le leggi e i sentimenti comuni, la crisi della disparità sociale delle varie nazioni, perché i popoli poveri rimangono ancora poveri e sono costretti a  migrare dalle loro nazioni attratti dal miraggio di fare fortuna altrove, la crisi delle famiglie dove i genitori sono amici dei figli e i figli a  loro volta non trovano i punti di riferimento e sostegno nei  genitori anche attraverso l'indicazione di qualche limite che non vuole deprivare la libertà ma dar loro un'educazione umana, la crisi spirituale perché l'uomo non crede più nei valori proposti da chi a sua volta vive una crisi che non sempre gli permette di trasmettere correttamente quei valori che ha il compito di diffondere, la crisi ambientale per aver depauperato l'ecosistema e non averlo sostenuto, la crisi di un inquinamento sonoro dell'ambiente dove siamo continuamente bombardati da suoni, notizie contrastanti e spesso poco veritiere e siamo così dipendenti dal rumore provocato dagli altri da temere il silenzio e quindi di ascoltarci e  ascoltare tutto ciò che di sottile esiste sotto una realtà apparente. In buona sostanza pensiamo che sia tempo sprecato, anche se lo desideriamo perché ci acquieta, guardare un bel tramonto, passeggiare in un parco, parlare con una persona di come scorrono le nostre vite e  non di affari o problematiche o del quanto  e cosa guadagneremo se faremo questo o quello, coltivare un orto o un giardino, dedicarci a un hobby.  Cerchiamo una veloce soluzione al nostro malessere semplicemente sedendoci su un tappetino di yoga o meditando, come se davvero potessero esserci lo yoga o la meditazione lampo,conditi e  succulenti come i panini acquistati nel fast food. Si pensa che lo yoga sia solo una ginnastica, ma esso è una pratica che aiuta a pacificare i turbinii della nostra mente e ascoltare ciò che di meraviglioso c'è dentro noi e gli altri, per portarci alla consapevolezza che la beatitudine è uno stato naturale della nostra esistenza. Spero che ognuno di noi, come il saggio uomo di cui ho parlato, decida di avere tempo per costruire il proprio aquilone e di lasciarlo libero di volare, senza trattenere la sua funicella, perché la vera libertà è la consapevolezza che non possiamo trattenere nulla nelle nostre mani in quanto tutto dovremo lasciare. La vera libertà è la gioia di osare impiegare del tempo per ascoltare e esplorare le bellezze dentro di noi e di non avere paura di aprirci e condividerci con coloro che ci ascoltano, la vera libertà è trovare la forza per sostenerci, sostenere e essere sostenuti.  Non siamo perfetti ma l'essere liberi di ascoltare, accogliere e trasformare le nostre imperfezioni, da il giusto valore alle  perfezioni che ricerchiamo. La vita è quella opportunità che abbiamo per ritornare alla parte più profonda di noi stessi e divenire liberi. Solo se sapremo lavorare alla nostra libertà potremo, con amore e attraverso un progetto comune creare le opportunità per un mondo migliore, non impedendo ad alcuno di costruire il proprio aquilone e spiccare il volo.


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