IL FINE DELLA VITA


Ci immaginiamo che la strada della vita sia una strada tutta dritta e in discesa, invece è una strada tortuosa, in salita, che per l'aspirante spirituale diviene sempre più stretta. Per passare da una strada stretta è necessario liberarsi di inutili fardelli. Il passato è passato, del futuro non c'è certezza, ma nel presente possiamo costruire qualcosa di nuovo, in base all'esperienza del passato possiamo seminare i semi delle piante future, ovvero della qualità di vita che vogliamo.  A proposito del fatto che il passato è passato vorrei dire la mia. E' vero, che se tornassimo indietro, con il senno di poi, non creeremmo alcune situazioni, ma è anche vero che possiamo fare delle scremature e prendere quello che ha avuto valore nel nostro passato, magari ricostruirlo scevro da quelle emozioni che hanno creato degli inquinamenti. Come dire fare una bonifica e poi ripartire. A volte le persone del passato ricompaiono nelle nostre vite, questo perché non erano semplicemente passate e non lo sono ancora. Voglio dire che quando si è costruito qualcosa di valido per la società e poi i progetti si sono interrotti, si possono riprendere, con uno slancio ed una maturità differente, nel rispetto reciproco delle personalità. Ci sono delle collaborazioni che sono state più importanti perché c'era il medesimo amore per il lavoro che si cercava di portare avanti. La mia idea del lavoro magari non porta ricchezza materiale, ma ritengo che porti una ricchezza diversa, una ricchezza non valutabile da un punto di vista del danaro. Lavorare in un posto piuttosto che in un altro determina anche la qualità della nostra vita, in particolar modo se il lavoro diviene anche un insegnamento per la vita. E' importante il luogo, le persone con le quali si interagisce e quello che riusciamo a prendere dall'esperienza. Se è rimasta dentro di noi allora, con molta probabilità, è stata una valida esperienza che non è detto non si possa ripetere nuovamente. A volte le situazioni si complicano e questo avviene perché ci deve essere un salto evolutivo, magari comprendiamo che quello che abbiamo rifiutato poteva essere davvero importante per noi. La vita mi ha insegnato che non è facile incontrare delle persone speciali, persone che cercano di guidarti e di insegnarti in base alla loro esperienza. Persone con le quali condividere ciò che siamo e la nostra crescita. I rapporti, in particolar modo quelli odierni, sono fatti di superficialità, di apparenza, pochi cercano di entrare nell'altro o di mettersi al posto suo e percepire quello che provano. Nella strada della vita dobbiamo imparare a coltivare la sensibilità. Sarà questa che ci porterà a cogliere qualcosa di profondo anche in lacrime velate che esprimono tante emozioni non palesate.
Il fine della vita è spogliarsi di tutto quello che non ci serve e non parlo del materiale, poiché quello lo lasceremo quando vivremo l'inevitabile esperienza della vita: la morte. Mi riferisco spogliarsi di tutte quelle situazioni che vivono nel nostro karmashaya, delle nostre tendenze, trasformare il nostro ego inferiore e far splendere quello superiore. Coltivare la vera compassione, quella che non ci fa credere migliori degli altri o giudicare e colpevolizzare.
Nel prossimo post spero di condividere con voi un tema caro a tanti : LA FAMIGLIA .
Che la strada di questo 2014 sia per tutta l'umanità di ascesa verso una consapevolezza superiore!
Adriana

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