CHI SIAMO?


 Dopo alcuni anni passati ad occuparmi di burocrazia dello yoga, illudendomi che fosse possibile parlare dei valori dello yoga, sento la necessità e la libertà di riprendere in mano i progetti che avevo lasciato in disparte pensando di poter servire gli altri.  A mio modesto parere la condivisione  e le relazioni, quelle autentiche e non dettate dall'esigenza di gestione del potere, che è sempre stata lontana dalle mie corde,  saranno la vera ricchezza del futuro. Mi piace condividere questo dipinto di Paul Gauguin dal titolo  Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?  Questo dipinto rappresenta il testamento spirituale del grande artista che volle raffigurare il ciclo della vita, ambientandolo, non a caso, in un paradiso della Polinesia.

Vorrei soffermarmi sul secondo quesito Chi siamo e aggiungo cosa è lo yoga?

Uno dei più famosi romanzi di Pirandello è Uno, nessuno e centomila. Lo scrittore impiegò circa 16 anni per pubblicarlo. Questo significa che l'ascolto e l'osservazione di se stessi, che conduce a una vera e propria ricerca, come gli antichi yoghi hanno tentato di trasmetterci, non si può banalizzare.

Ogni trasformazione che vogliamo vedere all'esterno inizia dall'ascoltare se stessi e il mondo circostante. La pratica dello yoga senza ascolto e osservazione rimane fine a se stessa da chiunque sia proposta, una  ginnastica che non attiva la consapevolezza del perchè.

Pirandello colse bene che noi siamo uno, ovvero cio' che pensiamo di noi stessi, centomila  ciò che gli altri pensano di noi  e nessuno ovvero ciò che realmente siamo.

L'immagine che abbiamo di noi stessi non è reale perchè condizionata da quelle impronte che nello yoga si denominano  saṃskāra, ovvero dalle impressioni che abitano la nostra mente e che condizionano non solo la visione che abbiamo di noi stessi e del mondo, ma anche il nostro agire. E' come dire, a seconda degli occhiali che indossiamo così è la nostra visione di noi stessi e delle cose al di fuori di noi.

Poi c'è l'immagine che gli altri hanno di noi che a sua volta non è mai libera da condizionamenti ma governata dalle loro paure, gelosie, invidie o altre  emozioni che a volte sono distruttive e a volte costruttive. Come possono gli altri, che non conoscono neanche loro stessi presumere di conoscere quello che pensiamo, quello che proviamo, quello che gioiamo o soffriamo? Quindi al pari della prima è anche questa una visione superficiale e parziale.

Infine c'è quel nessuno ovvero ciò che veramente siamo. Non perchè siamo nessuno ma quel nessuno indica che al di là della visione parziale che abbiamo di noi stessi o che gli altri hanno di noi, c'è la nostra vera realtà che non è condizionata dalla lode o dal biasimo, che è al di la degli opposti,che è sempre in uno stato di beatitudine e contentezza.

A cosa serve la pratica dello yoga? Per gli antichi yoghi il corpo non è il fine ma occuparsi del suo benessere  mantenendolo in salute, grazie alla pratica delle posizioni, delle tecniche di respirazione, della meditazione, etc. fa si che il corpo diviene il mezzo per portarci allo scopo supremo dello yoga, ovvero superare la visione dell'uno, dei centomila per arrivare al nessuno.

 

 

 

 


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