ALLA RICERCA DELLA PROPRIA COMPLETEZZA


La posizione o asana non è la ricerca della perfezione della forma estetica su un tappetino di yoga ma è arrivare ad abitare nella forma, continuando a ricercare la perfezione. Quindi continuando a ricercare la propria completezza ovunque ci troviamo e a condividere l'esperienza con coloro i quali ricercano una medesima completezza  anche una connessione emotiva ed intellettuale con noi oltre a quella fisica. Cercare la condivisione con chi è lontano dai nostri interessi può divenire un’ostinazione senza senso, inutile e dannosa quando vogliamo, a tutti i costi, coinvolgere le persone che sono chiuse esclusivamente nei loro interessi e a cui non importa nulla dei nostri. Ci avviciniamo alla compiutezza quando siamo aperti e senza aspettative ma fiduciosi che ogni giorno possono presentarsi nuove opportunità, nuove idee e possiamo conoscere nuove e meravigliose persone. Per questo è importante navigare nell'oceano della vita mantenendo il proprio equilibrio, la propria stabilità, ascoltando le proprie emozioni, i propri sentimenti e abbandonando ciò che non è utile oppure è di ostacolo al raggiungimento della nostra totalità. In genere pratichiamo lo yoga in ambienti dedicati, confortevoli e protetti. Praticare anche in luoghi non idonei e senza programmare la pratica per me rappresenta l'essere sempre con lo yoga e nello yoga, portarlo dentro. Ritengo che lo yoga nella sua intrinsecità sia una delle più grandi esperienze sfidanti che, nel contempo, ci mette in connessione sia con il nostro mondo interiore che con il mondo esterno a noi. Anche quando può sembrare che le connessioni si siano spezzate, nella profondità nulla si taglia realmente e la nostra interconnessione, non solo tra noi esseri umani ma anche con tutti gli altri esseri, continua ad esistere. Mentre pratichiamo lo yoga in un luogo non protetto, perché non lo abbiamo preparato prima, certamente non possiamo evitare le insidie del luogo sconosciuto nel quale ci troviamo e così è anche esattamente la vita. Tutti noi ci creiamo delle dimore che cerchiamo di rendere confortevoli, cerchiamo di fare amicizia con persone con le quali ci possono essere interessi comuni, costruiamo famiglie, ricerchiamo lavori che ci diano una sicurezza economica e questo per sentirci in zone di comfort, di stabilità, in zone nelle quali ci sentiamo accettati, ignorando l'importanza di diventare consapevoli che tutto cambia. L’ego ha paura di ciò che non conosce e vuole tenere tutto sotto il suo dominio e ciò che esce dai propri schemi è fonte di sensi di colpa e ansia. Nella vita non possiamo agire nel passato e nemmeno nel futuro, possiamo agire solo nel presente e questa consapevolezza della presenza nel qui ed ora ce la può donare lo yoga. La pratica, in fondo, è la costante ricerca di equilibrio e stabilità che ci facciano stare bene nel presente, perché è nel presente che proviamo emozioni e sentimenti anche se possono essere collegati a ricordi del passato o ad ansie per il futuro che è sempre incerto. Per quanto detto, consentitemi di affermare che gli asana di equilibrio dello yoga, possono essere di grande ispirazione. Nella vita, come dicevo, ci costruiamo dei legami perché abbiamo bisogno di stabilità e sicurezza ma accade che i doveri possono farci sentire troppo legati e quindi possono tarpare le nostre ali e allora la testa ci fa evadere e iniziamo a fantasticare su esperienze che non possiamo fare fisicamente. La mente è molto veloce nel viaggiare, più di qualsiasi altro mezzo, in un attimo ci porta in qualsiasi luogo e con qualsiasi persona. Infatti mentre ci si può sentire incatenati dai doveri quotidiani e in situazioni dalle quali si vorrebbe fuggire, la mente stessa rimane l’unico strumento per evadere dalle prigioni dorate che si sono costruite. In realtà la mente ha eccellenti capacità perché, nel contempo, mentre vive la frustrazione dell’oppressione che possono dare alcune situazioni di vita, essa stessa è lo strumento con il quale può alleggerirsi perché può ed è in grado di ricercare le soluzioni. In questo altalenante movimento di oppressione e alleggerimento la mente può trovare l’equilibrio a cui anela. Cosa succede quando proviamo a sollevare una gamba e dobbiamo mantenerci in equilibrio su una sola gamba? Cosa succede nella vita quando iniziamo a perdere le nostre certezze e non mi riferisco solo a quelle materiali e le nostre insicurezze iniziano ad affiorare? Quando si entra in un asana di equilibrio uno dei primi pensieri che potrebbe emergere è la paura di non essere capaci di rimanere immobili su una sola gamba. Questa sensazione di incapacità che all'inizio fa vacillare il corpo e perdere l'equilibrio deriva dal timore di cambiare i nostri schemi, dalla paura di non farcela, di non essere capaci di lasciare la nostra zona di abitudinario agio e provare a vedere con occhi nuovi, di sperimentare come possiamo percepire le situazioni quando dobbiamo ricercare una nuova stabilità e adattarci a un nuovo equilibrio. I viaggiatori che esplorano e che vogliono raggiungere la meta prefissata senza aver programmato come fare il viaggio, ci incuriosiscono, li riteniamo coraggiosi e temerari e li ammiriamo proprio perché la loro zona di ristoro non proviene dalle cose esteriori ma è dentro di loro. Quello che li rende affascinanti è la loro capacità di essere sempre se stessi in qualsiasi luogo o situazione si trovino, possono reggersi su due gambe o anche su una sola ma non c’è differenza perché il loro sguardo è fisso, concentrato sulla meta e non hanno bisogno di guardare lo spazio circostante poiché sono già presenti e connessi con esso. Tuttavia potrebbe arrivare qualcuno che è disequilibrato, instabile e che prova una certa ritrosia nel vedere la stabilità dell’altro e allora cercherà di minarla. A prescindere dal movente del disturbatore, il segreto è rimanere dentro di se, nella propria sicurezza,nel proprio equilibrio, ascoltando se stessi, pur percependo e compenetrandosi, con empatia, nei sentimenti ed emozioni del disturbatore. Chi non ha cerca di prendere per colmare il proprio vuoto interiore e la sua necessità non è quella di andare incontro alle necessità altrui ma solo che gli altri soddisfino, a prescindere, i suoi propri desideri. Si può essere coinvolti dall'altro ma anche se può essere importante per noi, non è possibile spegnere se stessi o annullarsi per lei o per lui, perché chi chiede all’altro di annullarsi in verità non ricerca il nostro bene ma la soddisfazione del suo ego e che le sue profonde insicurezze appaiano agli altri come sicurezza di se. C’è uno strumento che possiamo utilizzare per non perdere l'equilibrio e cadere in avanti o indietro quando siamo  su una gamba sola in un asana, un mezzo che può farci vedere il mondo da un altro punto di fermezza e solidità? Certo che c’è! Vedere il mondo con il respiro. Il respiro ci porta nella nostra profondità, a percepire e a stare, consapevolmente, nella nostra zona di benessere interiore e quindi evitare che le sensazioni che a volte producono dolore, a causa di situazioni di vita, possano trovarci inconsapevoli, impreparati e ci portino a divenire vittime o carnefici. Quando accadono situazioni spiacevoli, quando qualcuno si comporta in modo poco pregevole verso di noi e ci ferisce, non potremo negare la ferita ma potremo entrare in un asana di equilibrio e praticare puntando lo sguardo fisso su un punto davanti a noi e quel punto sostituirà la fissazione, intesa come pensiero fisso, che dentro di noi crea dolore. Questo trataka, cioè questa concentrazione yogica del fissare lo sguardo su qualcosa davanti a noi, ci porterà a guardare oltre gli accadimenti e le persone che non hanno avuto comportamenti etici. Un altro esempio, mentre siamo in Vrikshasana, la posizione dell'albero, possiamo gradualmente trasformare un dispiacere, perché siamo nella forza e radicamento della forma di un albero e perciò possiamo anche comprendere perché stiamo soffrendo, che cosa di intimo e personale l’altro ha toccato dentro di noi, iniziare a guarire quella profonda ferita e pian piano che praticheremo, nel tempo, ci accorgeremo che non solo la ferita è guarita ma non lasceremo più che qualcuno ci ferisca. Una persona che vive in armonia con se stessa non ha bisogno di creare sofferenza all’altro per convincersi che ha potere ma una persona che ha davvero potere non causerà mai sofferenza ad alcuno. Spesso i dissapori tra le persone avvengono per la mancanza di comunicazione. Ognuno crede che le proprie ragioni siano le più valide, ognuno interpreta a modo suo le parole e il comportamento dell'altro, è molto comune che nascano dei fraintendimenti a causa della indisponibilità all'ascolto di quello che l'altro vorrebbe. Infatti spesso siamo più interessati che l'altro dica ciò che vorremmo sentire e se le sue parole non ci soddisfano allora chiudiamo una qualsiasi relazione. La pratica degli asana di equilibrio, quando non diviene un'esasperata ed esclusiva ricerca di una perfezione della plasticità del corpo fisico ma invece è una saggia ricerca volta a creare un equo equilibrio tra il corpo, la mente, le emozioni e la propria interiorità, ci porta a rimanere nella verità mentre il mondo continua a muoversi senza equilibrio e verità all'esterno di noi. Rimanere nel proprio equilibrio, nella propria stabilità non significa essere rigidi o menefreghisti, al contrario significa morbidezza, fluidità, apertura perché solo un cuore aperto può provare compassione verso chi rimane chiuso nelle false e intrappolanti convinzioni del proprio ego. Si dice che nella vita tutto sia risolvibile fino a quando siamo in vita e che siamo qui per lasciare un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato. In un mondo migliore non può esserci la contrapposizione dell’io e del tu anche se questa, per certi versi, potrebbe essere costruttiva. Il contrapporsi all’altro non porta alla completezza del proprio essere, al contrario l’aprirsi con fiducia, il dare fiducia e il voler ricevere fiducia è una delle più grandi forme di rispetto che appartengono all’essere umano. Facciamo una breve e semplice pratica....ci stai a praticare con me ora? Bene, allora ascoltami.... Qualsiasi cosa tu stia facendo mettila da parte e ora chiudi gli occhi e lascia che il tuo respiro ti conduca nella tua zona di benessere interiore, nella zona in cui ti senti sicura o sicuro......respira con tranquillità fino a che pian piano sentirai che inizi ad essere nella tua completezza e quando sei nella tua pienezza, in questo luogo interiore di pace e serenità, fissa la tua attenzione solo sul respiro che si muove in questo spazio e lascia che ogni tensione, ogni preoccupazione, ogni dispiacere allenti la sua presa perchè nello stato della tua totalità tutto inizierà ad apparire in modo diverso da come lo avevi percepito prima... devi essere solo disponibile a lasciar andare.......mentre continui a respirare.....rimanendo nella tua completezza, nella tua interezza...........quando sentirai di aver raggiunto un certo equilibrio, una certa rigenerazione e ti sentirai più leggera o leggero allora fai un respiro profondo, apri gli occhi e riprendi  a fare ciò che stavi facendo prima di questa breve pratica e divieni consapevole delle tue rinnovate sensazioni........ Dedica un po di tempo della tua giornata a questa pratica e vedrai che non avrai bisogno che qualcun altro ti doni la serenità perché essa è già dentro di te. I rifiuti degli altri, le loro svalutazioni i loro comportamenti immaturi e poco gentili non potranno mai intaccare il nostro valore, la nostra pienezza, quello che noi siamo e se permettiamo che questo accada allora abbiamo perso di vista noi stessi. Come floriterapeuta e insegnante di yoga e meditazione ho avuto modo di constatare, nel corso degli anni, che le persone che creano rapporti tossici difficilmente cambiano se non decidono loro di intraprendere un percorso di trasformazione e che traggono piacere solo quando sono loro a condurre il gioco che in genere è fatto di complimenti non sempre sinceri, false promesse e svalutazioni ma anche che dall'altra parte ci si illude che si possa avere il potere di cambiare queste persone. Quello che ripeto sempre è che nessuno ha il potere di cambiare l'altro ma solo se stesso. Un rapporto sano, a prescindere dal contesto, si basa sulla reciproca fiducia, sull'ascolto e sulla libertà. Se l'altro vi svaluta quello non è affetto e non illudetevi che le situazioni possano miracolosamente trasformarsi. Se volete ricercare la vostra completezza dovete trovare il coraggio di allontanarvi da coloro che non vogliono vedervi felici e che vi trattano senza  alcuna considerazione. L'amore non può essere unidirezionale perchè è uno scambio reciproco che porta alla pienezza reciproca e se qualcuno invece pretende di ricevere solo il vostro amore senza darvi il suo, pretende che siate voi a  cambiare senza voler cambiare allora è da parte sua solo mero interesse egoistico. Il vero amore dona, nutre, sostiene e incentiva l'altro a trovare il suo equilibrio e la sua completezza, non critica, non giudica, non punisce,non vi tratta con aria di sufficienza e non penalizza ma rispetta. La nostra autostima, ovvero dare il giusto e corretto  valore a noi stessi, non deve e non può dipendere dall'accettazione o meno che gli altri hanno di noi ma dipende dal cercare di allineare e mettere in connessione tutte le parti dentro di noi a prescindere da quello che gli altri vogliono e possono darci. Non possiamo chiedere all'altro di darci quello che non vediamo in noi ma dobbiamo ricercarlo dentro di noi e una volta trovato distribuirlo senza attaccamento. Ogni dialogo necessita di interlocuzione e disponibilità al confronto, altrimenti diventa un monologo che porta all'incompletezza. La ricerca della completezza ha bisogno di molto coraggio e a volte del coraggio del distacco che non significa chiudersi all'altro ma non permettere all'altro di violare i nostri confini e questo significa chiedere e avere stima di noi. Quante cose ci può insegnare un asana dello yoga! Quante cose ci può insegnare la pratica degli asana di equilibrio! Per esempio ci insegnano ad avere fiducia nelle nostre possibilità, a contare sulle nostre forze, a trovare la nostra collocazione  e la nostra armonia  nel mondo e ancora, quando fissiamo un punto davanti a noi per trovare il nostro baricentro, esse ci insegnano ad andare oltre il passato, metabolizzandolo nel presente e guardando al futuro con maturità, soddisfazione e fiducia....

Vi chiedo la cortesia di lasciare un vostro commento e di mettere il vostro nome. Grazie! 

 


9 commenti:

Anonimo ha detto...

Direi sublime nella sua compiutezza di pensieri, esempi e deduzioni. Complimenti. Ogni nuovo argomento, da te preso in considerazione, elaborato e analizzato nei suoi molteplici aspetti, diventa, per chi ha voglia di aprire mente e cuore, fonte di illuminazione, conoscenza e consapevolezza. Molto bella e significativa la foto. Agnese Lapetina

Anonimo ha detto...

Il tuo pensiero è sempre fonte di ispirazione per me, ti ringrazio per ciò scrivi e per come riesci a centrare alcuni argomenti. Mi ritrovo in ciò che dici e provo a metterlo in pratica ogni giorno.
Sei una guida preziosa
Mariateresa

Anonimo ha detto...

Rosanna Tallone
In questo tuo post come se sempre emerge la tua grande esperienza, la pratica di consapevolezza ti riporta ad un immediata connessione con il Se' più profondo , le pratiche di equilibrio con l'aiuto del respiro e una connessione tra il passato e il futuro, ma vissuto nel presente , nel qui e ora , nel qui adesso dove si vive l emozione vera .
Grazie ❤️

Anonimo ha detto...

Grazie Adriana le tue riflessioni sono una guida e uno spunto di riflessione importante, lo yoga mi sarebbe di grande aiuto ❤️

Anonimo ha detto...

Roberta Jules Rossi
Grazie per questo ricchissimo e intetessante contributo. Come sempre nei tuoi discorsi e nelle tue pratiche ci sono molti strati, dimensioni che si integrano armoniosamente fra loro, le tue parole sono semi fruttuosi!

Anonimo ha detto...

Michele Lattanzio
❤️

Anonimo ha detto...

Come sempre profonda e illuminante. Riflessione da cui emerge esperienza e conoscenza. Un invito alla crescita, al raggiungimento della propria completezza partendo da se stessi, accogliendo le sfide della vita per trasformale in opportunità...Grazie...
Antonietta Montemurro

Anonimo ha detto...

La lettura del tuo articolo, alcuni giorni fa, è stata davvero confortante e alcune parti del tuo scritto continuano a risuonare in me. Ti ringrazio molto. Francesca Agostoni

Anonimo ha detto...

Gie Eje Binay ·
Wow