ALLA RICERCA DELLA PROPRIA COMPLETEZZA


La posizione o asana non è la ricerca della perfezione della forma estetica su un tappetino di yoga ma è arrivare ad abitare nella forma, continuando a ricercare la perfezione. Quindi continuando a ricercare la propria completezza ovunque ci troviamo e a condividere l'esperienza con coloro i quali ricercano una medesima completezza  anche una connessione emotiva ed intellettuale con noi oltre a quella fisica. Cercare la condivisione con chi è lontano dai nostri interessi può divenire un’ostinazione senza senso, inutile e dannosa quando vogliamo, a tutti i costi, coinvolgere le persone che sono chiuse esclusivamente nei loro interessi e a cui non importa nulla dei nostri. Ci avviciniamo alla compiutezza quando siamo aperti e senza aspettative ma fiduciosi che ogni giorno possono presentarsi nuove opportunità, nuove idee e possiamo conoscere nuove e meravigliose persone. Per questo è importante navigare nell'oceano della vita mantenendo il proprio equilibrio, la propria stabilità, ascoltando le proprie emozioni, i propri sentimenti e abbandonando ciò che non è utile oppure è di ostacolo al raggiungimento della nostra totalità. In genere pratichiamo lo yoga in ambienti dedicati, confortevoli e protetti. Praticare anche in luoghi non idonei e senza programmare la pratica per me rappresenta l'essere sempre con lo yoga e nello yoga, portarlo dentro. Ritengo che lo yoga nella sua intrinsecità sia una delle più grandi esperienze sfidanti che, nel contempo, ci mette in connessione sia con il nostro mondo interiore che con il mondo esterno a noi. Anche quando può sembrare che le connessioni si siano spezzate, nella profondità nulla si taglia realmente e la nostra interconnessione, non solo tra noi esseri umani ma anche con tutti gli altri esseri, continua ad esistere. Mentre pratichiamo lo yoga in un luogo non protetto, perché non lo abbiamo preparato prima, certamente non possiamo evitare le insidie del luogo sconosciuto nel quale ci troviamo e così è anche esattamente la vita. Tutti noi ci creiamo delle dimore che cerchiamo di rendere confortevoli, cerchiamo di fare amicizia con persone con le quali ci possono essere interessi comuni, costruiamo famiglie, ricerchiamo lavori che ci diano una sicurezza economica e questo per sentirci in zone di comfort, di stabilità, in zone nelle quali ci sentiamo accettati, ignorando l'importanza di diventare consapevoli che tutto cambia. L’ego ha paura di ciò che non conosce e vuole tenere tutto sotto il suo dominio e ciò che esce dai propri schemi è fonte di sensi di colpa e ansia. Nella vita non possiamo agire nel passato e nemmeno nel futuro, possiamo agire solo nel presente e questa consapevolezza della presenza nel qui ed ora ce la può donare lo yoga. La pratica, in fondo, è la costante ricerca di equilibrio e stabilità che ci facciano stare bene nel presente, perché è nel presente che proviamo emozioni e sentimenti anche se possono essere collegati a ricordi del passato o ad ansie per il futuro che è sempre incerto. Per quanto detto, consentitemi di affermare che gli asana di equilibrio dello yoga, possono essere di grande ispirazione. Nella vita, come dicevo, ci costruiamo dei legami perché abbiamo bisogno di stabilità e sicurezza ma accade che i doveri possono farci sentire troppo legati e quindi possono tarpare le nostre ali e allora la testa ci fa evadere e iniziamo a fantasticare su esperienze che non possiamo fare fisicamente. La mente è molto veloce nel viaggiare, più di qualsiasi altro mezzo, in un attimo ci porta in qualsiasi luogo e con qualsiasi persona. Infatti mentre ci si può sentire incatenati dai doveri quotidiani e in situazioni dalle quali si vorrebbe fuggire, la mente stessa rimane l’unico strumento per evadere dalle prigioni dorate che si sono costruite. In realtà la mente ha eccellenti capacità perché, nel contempo, mentre vive la frustrazione dell’oppressione che possono dare alcune situazioni di vita, essa stessa è lo strumento con il quale può alleggerirsi perché può ed è in grado di ricercare le soluzioni. In questo altalenante movimento di oppressione e alleggerimento la mente può trovare l’equilibrio a cui anela. Cosa succede quando proviamo a sollevare una gamba e dobbiamo mantenerci in equilibrio su una sola gamba? Cosa succede nella vita quando iniziamo a perdere le nostre certezze e non mi riferisco solo a quelle materiali e le nostre insicurezze iniziano ad affiorare? Quando si entra in un asana di equilibrio uno dei primi pensieri che potrebbe emergere è la paura di non essere capaci di rimanere immobili su una sola gamba. Questa sensazione di incapacità che all'inizio fa vacillare il corpo e perdere l'equilibrio deriva dal timore di cambiare i nostri schemi, dalla paura di non farcela, di non essere capaci di lasciare la nostra zona di abitudinario agio e provare a vedere con occhi nuovi, di sperimentare come possiamo percepire le situazioni quando dobbiamo ricercare una nuova stabilità e adattarci a un nuovo equilibrio. I viaggiatori che esplorano e che vogliono raggiungere la meta prefissata senza aver programmato come fare il viaggio, ci incuriosiscono, li riteniamo coraggiosi e temerari e li ammiriamo proprio perché la loro zona di ristoro non proviene dalle cose esteriori ma è dentro di loro. Quello che li rende affascinanti è la loro capacità di essere sempre se stessi in qualsiasi luogo o situazione si trovino, possono reggersi su due gambe o anche su una sola ma non c’è differenza perché il loro sguardo è fisso, concentrato sulla meta e non hanno bisogno di guardare lo spazio circostante poiché sono già presenti e connessi con esso. Tuttavia potrebbe arrivare qualcuno che è disequilibrato, instabile e che prova una certa ritrosia nel vedere la stabilità dell’altro e allora cercherà di minarla. A prescindere dal movente del disturbatore, il segreto è rimanere dentro di se, nella propria sicurezza,nel proprio equilibrio, ascoltando se stessi, pur percependo e compenetrandosi, con empatia, nei sentimenti ed emozioni del disturbatore. Chi non ha cerca di prendere per colmare il proprio vuoto interiore e la sua necessità non è quella di andare incontro alle necessità altrui ma solo che gli altri soddisfino, a prescindere, i suoi propri desideri. Si può essere coinvolti dall'altro ma anche se può essere importante per noi, non è possibile spegnere se stessi o annullarsi per lei o per lui, perché chi chiede all’altro di annullarsi in verità non ricerca il nostro bene ma la soddisfazione del suo ego e che le sue profonde insicurezze appaiano agli altri come sicurezza di se. C’è uno strumento che possiamo utilizzare per non perdere l'equilibrio e cadere in avanti o indietro quando siamo  su una gamba sola in un asana, un mezzo che può farci vedere il mondo da un altro punto di fermezza e solidità? Certo che c’è! Vedere il mondo con il respiro. Il respiro ci porta nella nostra profondità, a percepire e a stare, consapevolmente, nella nostra zona di benessere interiore e quindi evitare che le sensazioni che a volte producono dolore, a causa di situazioni di vita, possano trovarci inconsapevoli, impreparati e ci portino a divenire vittime o carnefici. Quando accadono situazioni spiacevoli, quando qualcuno si comporta in modo poco pregevole verso di noi e ci ferisce, non potremo negare la ferita ma potremo entrare in un asana di equilibrio e praticare puntando lo sguardo fisso su un punto davanti a noi e quel punto sostituirà la fissazione, intesa come pensiero fisso, che dentro di noi crea dolore. Questo trataka, cioè questa concentrazione yogica del fissare lo sguardo su qualcosa davanti a noi, ci porterà a guardare oltre gli accadimenti e le persone che non hanno avuto comportamenti etici. Un altro esempio, mentre siamo in Vrikshasana, la posizione dell'albero, possiamo gradualmente trasformare un dispiacere, perché siamo nella forza e radicamento della forma di un albero e perciò possiamo anche comprendere perché stiamo soffrendo, che cosa di intimo e personale l’altro ha toccato dentro di noi, iniziare a guarire quella profonda ferita e pian piano che praticheremo, nel tempo, ci accorgeremo che non solo la ferita è guarita ma non lasceremo più che qualcuno ci ferisca. Una persona che vive in armonia con se stessa non ha bisogno di creare sofferenza all’altro per convincersi che ha potere ma una persona che ha davvero potere non causerà mai sofferenza ad alcuno. Spesso i dissapori tra le persone avvengono per la mancanza di comunicazione. Ognuno crede che le proprie ragioni siano le più valide, ognuno interpreta a modo suo le parole e il comportamento dell'altro, è molto comune che nascano dei fraintendimenti a causa della indisponibilità all'ascolto di quello che l'altro vorrebbe. Infatti spesso siamo più interessati che l'altro dica ciò che vorremmo sentire e se le sue parole non ci soddisfano allora chiudiamo una qualsiasi relazione. La pratica degli asana di equilibrio, quando non diviene un'esasperata ed esclusiva ricerca di una perfezione della plasticità del corpo fisico ma invece è una saggia ricerca volta a creare un equo equilibrio tra il corpo, la mente, le emozioni e la propria interiorità, ci porta a rimanere nella verità mentre il mondo continua a muoversi senza equilibrio e verità all'esterno di noi. Rimanere nel proprio equilibrio, nella propria stabilità non significa essere rigidi o menefreghisti, al contrario significa morbidezza, fluidità, apertura perché solo un cuore aperto può provare compassione verso chi rimane chiuso nelle false e intrappolanti convinzioni del proprio ego. Si dice che nella vita tutto sia risolvibile fino a quando siamo in vita e che siamo qui per lasciare un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato. In un mondo migliore non può esserci la contrapposizione dell’io e del tu anche se questa, per certi versi, potrebbe essere costruttiva. Il contrapporsi all’altro non porta alla completezza del proprio essere, al contrario l’aprirsi con fiducia, il dare fiducia e il voler ricevere fiducia è una delle più grandi forme di rispetto che appartengono all’essere umano. Facciamo una breve e semplice pratica....ci stai a praticare con me ora? Bene, allora ascoltami.... Qualsiasi cosa tu stia facendo mettila da parte e ora chiudi gli occhi e lascia che il tuo respiro ti conduca nella tua zona di benessere interiore, nella zona in cui ti senti sicura o sicuro......respira con tranquillità fino a che pian piano sentirai che inizi ad essere nella tua completezza e quando sei nella tua pienezza, in questo luogo interiore di pace e serenità, fissa la tua attenzione solo sul respiro che si muove in questo spazio e lascia che ogni tensione, ogni preoccupazione, ogni dispiacere allenti la sua presa perchè nello stato della tua totalità tutto inizierà ad apparire in modo diverso da come lo avevi percepito prima... devi essere solo disponibile a lasciar andare.......mentre continui a respirare.....rimanendo nella tua completezza, nella tua interezza...........quando sentirai di aver raggiunto un certo equilibrio, una certa rigenerazione e ti sentirai più leggera o leggero allora fai un respiro profondo, apri gli occhi e riprendi  a fare ciò che stavi facendo prima di questa breve pratica e divieni consapevole delle tue rinnovate sensazioni........ Dedica un po di tempo della tua giornata a questa pratica e vedrai che non avrai bisogno che qualcun altro ti doni la serenità perché essa è già dentro di te. I rifiuti degli altri, le loro svalutazioni i loro comportamenti immaturi e poco gentili non potranno mai intaccare il nostro valore, la nostra pienezza, quello che noi siamo e se permettiamo che questo accada allora abbiamo perso di vista noi stessi. Come floriterapeuta e insegnante di yoga e meditazione ho avuto modo di constatare, nel corso degli anni, che le persone che creano rapporti tossici difficilmente cambiano se non decidono loro di intraprendere un percorso di trasformazione e che traggono piacere solo quando sono loro a condurre il gioco che in genere è fatto di complimenti non sempre sinceri, false promesse e svalutazioni ma anche che dall'altra parte ci si illude che si possa avere il potere di cambiare queste persone. Quello che ripeto sempre è che nessuno ha il potere di cambiare l'altro ma solo se stesso. Un rapporto sano, a prescindere dal contesto, si basa sulla reciproca fiducia, sull'ascolto e sulla libertà. Se l'altro vi svaluta quello non è affetto e non illudetevi che le situazioni possano miracolosamente trasformarsi. Se volete ricercare la vostra completezza dovete trovare il coraggio di allontanarvi da coloro che non vogliono vedervi felici e che vi trattano senza  alcuna considerazione. L'amore non può essere unidirezionale perchè è uno scambio reciproco che porta alla pienezza reciproca e se qualcuno invece pretende di ricevere solo il vostro amore senza darvi il suo, pretende che siate voi a  cambiare senza voler cambiare allora è da parte sua solo mero interesse egoistico. Il vero amore dona, nutre, sostiene e incentiva l'altro a trovare il suo equilibrio e la sua completezza, non critica, non giudica, non punisce,non vi tratta con aria di sufficienza e non penalizza ma rispetta. La nostra autostima, ovvero dare il giusto e corretto  valore a noi stessi, non deve e non può dipendere dall'accettazione o meno che gli altri hanno di noi ma dipende dal cercare di allineare e mettere in connessione tutte le parti dentro di noi a prescindere da quello che gli altri vogliono e possono darci. Non possiamo chiedere all'altro di darci quello che non vediamo in noi ma dobbiamo ricercarlo dentro di noi e una volta trovato distribuirlo senza attaccamento. Ogni dialogo necessita di interlocuzione e disponibilità al confronto, altrimenti diventa un monologo che porta all'incompletezza. La ricerca della completezza ha bisogno di molto coraggio e a volte del coraggio del distacco che non significa chiudersi all'altro ma non permettere all'altro di violare i nostri confini e questo significa chiedere e avere stima di noi. Quante cose ci può insegnare un asana dello yoga! Quante cose ci può insegnare la pratica degli asana di equilibrio! Per esempio ci insegnano ad avere fiducia nelle nostre possibilità, a contare sulle nostre forze, a trovare la nostra collocazione  e la nostra armonia  nel mondo e ancora, quando fissiamo un punto davanti a noi per trovare il nostro baricentro, esse ci insegnano ad andare oltre il passato, metabolizzandolo nel presente e guardando al futuro con maturità, soddisfazione e fiducia....

Vi chiedo la cortesia di lasciare un vostro commento e di mettere il vostro nome. Grazie! 

 


I CHAKRA NELLE TRADIZIONI INDIANE E OCCIDENTALI


Una serie di insegnamenti per approfondire in modo dettagliato le raffigurazioni simboliche e le caratteristiche di ogni chakra attribuite dalle tradizioni. Un corso per comprendere i principi filosofici, psicologici, energetici, biologici, gli elementi, gli archetipi, il significato, la finalità, il funzionamento, gli stadi di sviluppo di ogni chakra e le correlazioni tra essi, grazie alla teoria e alle pratiche dedicate di asana, pranayama, mudra e meditazione. Il corso viene proposto agli insegnanti di yoga che vogliono arricchire la loro proposta di insegnamento con il lavoro sui chakra e per approfondire la loro pratica personale.

 Il corso è stato riconosciuto dalla YANI ( Yoga Associazione Nazionale Insegnantti) come corso di formazione continua per gli insegnanti di yoga  e darà diritto a ore di crediti formativi.


 INFORMAZIONI SUL CORSO

Luogo di svolgimento: ONLINE piattaforma Zoom

DATE

  • 14 Settembre -Mattina 10:00-14:00 Pomeriggio 15:00-19:00
  • 19 ottobre - Mattina 10:00-14:00 Pomeriggio 15:00-19:00



RECAPITI PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

E-mail shantiyogapz@gmail.com   oppure adrianacrisci4@gmail.com

  cellulare 3774264352

Adriana Crisci
Insegnante di yoga e meditazione da molti anni. Oltre all’Hatha yoga e al Raja yoga si è formata in psicologia dello yoga, nei Riti tibetani e nella Ancient tibetan techiniques buddho meditation. Ha lavorato per anni, come yogaterapeuta presso un grande ospedali e come insegnante di yoga nella scuola primaria e superiore, dove oltre ai corsi per alunni e insegnanti ha tenuto anche conferenze e seminari. Ha tenuto e tiene corsi, seminari e conferenze sullo yoga per varie strutture e associazioni sanitarie tra le quali Associazione Donne Medico, AVIS, Vivere Donna. Ha scritto vari articoli sullo yoga. Tra l'altro ha condotto lezioni sullo yoga per uno dei Ministeri del Governo Italiano. Lavora come Yoga Expert, insieme ad architetti e paesaggisti, a progetti sulla percezione e la costruzione dell'immagine e degli spazi per la tutela dell'ambiente. Ha ideato e condotto programmi radiofonici sullo yoga. Ha ideato il progetto Yoga Sostenibile e il blog Yoga Sostenibile Da un po di tempo lavora come Yoga Expert e Insegnante di Yoga, insieme a medici,psicologi, nutrizionisti,fisioterapisti e altre figure socio sanitarie a un progetto dell’Associazione Donne Medico che ha lo scopo di promuovere il benessere della donna. É stata, nella YANI, coordinatrice per la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia, membro del Consiglio Direttivo, della Commissione Comunicazione e della Commissione Conferenze.
 Oltre ad insegnare yoga e meditazione è Naturopata, Floriterapeuta iscritta a registri nazionali ed internazionali e ha conseguito varie specializzazioni nell'ambito delle terapie olistiche, dell’Ayurveda, dei processi energetici e psicologici dell’individuo.


ESSERE ALLENATI NELLE RELAZIONI

 


Gli allenatori non sono solo quelli che allenano le persone che hanno particolari talenti per diventare dei campioni nello sport ma sono anche quelli che condividono con noi alcune sfaccettature e tempi della nostra vita e che hanno l'inconsapevole compito di allenarci alla pazienza. Il termine pazienza deriva da pati che in latino significa soffrire ma anche tollerare e sopportare e dal greco paskein che significa medesimamente sopportare e soffrire ma anche provare una sensazione. Quindi possiamo dire che coltivare l'attitudine alla pazienza significa tollerare e sopportare, cercando di soffrire il meno possibile ma soprattutto allenarci nel non avere una reazione repentina e fulminea alle provocazioni che altri ci possono fare. La pazienza ci fa rimanere in ascolto. Ascoltare significa osservare dentro di noi tutte le emozioni che proviamo quando qualcuno adotta dei comportamenti poco equilibrati. Ascoltare con pazienza ci permette di capire se e perchè proviamo o possiamo provare ancora determinate emozioni e sofferenze e lavorarci su per dare in seguito, con equilibrio, le giuste risposte a coloro che possono averci attaccato o ferito. Ma vediamo chi sono gli allenatori. Gli allenatori possono essere  sostanzialmente di due tipologie. La prima è quella delle persone che a livello tecnico e culturale hanno determinate competenze e capacità per  indirizzare  gli altri ad allinearsi verso determinati pincipi atti a sviluppare il proprio potenziale e questo è quello che fanno i bravi allenatori. La seconda tipologia sono gli allenatori che, avendo dei pregiudizi o nutrendo dei sentimenti di avversione nei confronti di determinate persone, verso le quali non nutrono simpatia, non cercano di portarle a manifestare le loro intrenseche qualità ma vogliono che si adeguino e si conformino alle loro logiche di pensiero e quindi iniziano ad utilizzare tutti i metodi per contrastarle e svalutarle. Il pregiudizio è composto da punti di vista personali sulla base delle proprie idee e convinzioni individuali circa alcune persone, senza volere ascoltare e approfondire quello che l'altro vuole esprimere. Questo senz'altro condiziona e induce ad avere una visione sbagliata dell'altro a causa di preconcetti che impediscono di conoscerlo realmente. Le persone che hanno molti pregiudizi, anche se passa del tempo, rimangono ferme in quelle personali, permanenti e comode convinzioni che per loro rappresentano la verità assoluta e mentre inducono gli altri a mettersi in discussione, loro non sempre si mettono in discussione, perchè? La discussione può avere differenti colorazioni e sfumature. Una sana ed aperta discussione crea un confronto, uno scambio di vedute  al fine di una crescita sia dei singoli che partecipano al dibattito che, collegialmente, di tutti coloro che sono presenti al dibattito. La discussione di qualsiasi argomento, che sia di natura letteraria, scientifica, spirituale, lavorativa o tra amici e familiari, non è mai inutile o infruttuosa neanche quando può diventare un contrasto di divergenti opinioni. Infatti è quando siamo aperti al confronto che possiamo sviluppare la capacità di accettare le divergenze di opinioni e di aprirci all'altro e di conseguenza crescere ed evolverci. Diversamente rimaniamo dei singoli che, pur facendo parte dello stesso frutteto sono alberi che si nutrono solo del proprio ego e che non apriranno mai il loro sguardo e di conseguenza non si renderanno conto che nella piantagione esistono anche gli altri alberi, ognuno con una sua non replicabile bellezza interiore. Gli allenatori della seconda tipologia sono quelle piante che vogliono rimanere nel loro confort e che non si importano se fanno parte o meno di un frutteto ma pensano che i propri frutti siano quelli più belli, più appetitosi e così continuano a rimanere nelle loro personali convinzioni, nelle loro personali interpretazioni di una Realtà che non riescono o non vogliono cogliere o che colgono a modo proprio. Queste persone amano stare nella nicchia che si sono costruiti e denigrano o attaccano tutti coloro che la pensano diversamente. Perchè sono i nostri allenatori? Perchè ci provocano, sicuri che piegheremo la nostra volontà alla loro visione del come secondo loro si dovrebbe essere. La loro attitudine è utilizzare sempre la stessa modalità per farci capitolare. Dobbiamo prendere il loro modo di fare come dei continui esami ai quali ci sottopongono. Quando queste persone appaiono nella nostra vita  e si rivolgono a noi senza gentilezza allora cosa dobbiamo fare? Non sono importanti le loro azioni atte a ferirci ma quello che noi proviamo, l'emozione, il sentimento, le sensazioni che le loro parole e azioni fanno emergere dentro di noi e allora lasciandoli andare per la loro strada, l'unico dovere che noi abbiamo è di raccogliere tutte le nostre forze interiori per superare una ferita che ci può essere stata inflitta. Quindi sarà necessario osservare come percepiamo quella ferita per iniziare a guarirla, consapevoli che, per quanto riguarda l'altro, ognuno raccoglierà il frutto delle proprie azioni, delle proprie parole e financo dei propri pensieri. Se si prova fastidio quando l'altro espone una sua opinione è perchè viene toccata la zona di confort personale, dove si vive nell'illusione che non ci si debba mai mettere in discussione. Questo avviene perchè spesso le discussioni scoperchiano le fragilità individuali e collettive. Il rancore, le gelosie, le invidie i pregiudizi sono come pericolosi tarli che mentre si nutrono, degradano la nostra parte interiore più profonda. A volte nel legno si può notare qualche tarlo morto e supponiamo che l'infestazione sia terminata ma non è così perchè se non si agisce con una profonda purificazione del legno infetto altre tarme continueranno a fare il loro lavoro e a devastare. Nello yoga esitono pratiche di purificazione che ci portano a cambiare  Drishti ovvero lo sguardo, la focalizzazione, la visione delle cose perchè ciò che vediamo non è mai come appare ma lo percepiamo a seconda della nostra mente giudicante che non è mai imparziale ma è corrotta, non a caso uso questo verbo, da sentimenti che corrodono. Infatti la gelosia, l'invidia, il pregiudizio, la rabbia, l'avversione sono sentimenti che corrodono innanzitutto chi li prova precludendo così la realizzazione di una Verità che va al di là dei confini e delle apparenze, al di là del mio e del tuo, dell'io e del tu e che ci rivela che siamo tutti parte di un unico genere che si denomina umanità. Incentivare dentro di noi la voglia di andare verso livelli di consapevolezza sempre più profondi e con pazienza distaccarci da chi non è amorevole con noi perché ama solo se stessa o se stesso, andare oltre le personali visioni e con forza e determinazione cercare di comprendere la vera essenza della vita,  questo è l'allenamento che dovremmo fare ogni istante. Quindi bisogna non solo lasciare andare persone e situazioni il cui intento è quello di non aiutarci ad aprire la nostra visione, a comprendere la nostra reale natura che va al di la dei conflitti nei quali gli altri, a volte, cercano di trascinarci ma anche non attaccarci alle emozioni che quei conflitti possono manifestare in noi. Una persona che è su un reale cammino di evoluzione spirituale desidererà che anche gli altri possano evolversi e che tutti possano essere felici e cercherà in tutti i modi di evitare di denigrare gli altri ma, come un vero allenatore, farà di tutto per aiutarli a portare fuori i loro talenti.  Riconoscere l'unità che sottointende a tutto ciò che esiste è la vera sfida perchè coltivare ad incentivare le divisioni è roba già vista e stravista. In conclusione quando venite attaccati, quando gli altri non capiscono quello che dite e vi svalutano, ricordatevi che il problema non è il vostro, perchè se realmente avessero interesse a capirvi aprirebbero un dialogo con voi, un sano ed equilibrato confronto. Il non voler discutere è già di per se un contrasto, una manifesta volontà di non voler ascoltare quello che l'altro ha dire e quindi è già di per se una svalutazione narcisistica. Satya la verità, anche se fa male, è l'unico strumento che abbiamo tutti noi per crescere individualmente e collettivamente. Ci vuole coraggio a chiedere scusa all'altro se lo abbiamo ferito ma ci vuole coraggio nel creare discussioni equilibrate senza chiusure e preconcetti. Le chiusure e i pregiudizi sono un'imposizione della nostra volontà sull'altro mentre l'aprirsi all'ascolto non solo è un atto di maturità ma significa anche avere la capacità di dare valore all'altro. Tutto questo non può avvenire con la razionalità della mente perchè solo il cuore ha la capacità di instaurare dialoghi sorprendenti. Per quanto ci sforziamo e creiamo tattiche per amare, il vero amore si manifesta quando apriamo le porte del cuore, perchè il cuore è la sede della Essenza pura dell'Amore Universale che non è mediata dai filtri delle nostre errate concezioni, delle nostre invalide culture, di sentimenti di avversione, di ostilità. Si bisogna avere proprio coraggio per continuare ad allenarsi nel portare fuori quel sentimento chiamato Amore che non è confinabile o relegabile in un solo nucleo o luogo ma che è Universale. Trovare il coraggio di aprire le porte del cuore e della visione mentale,  al di la delle offese e deprezzamenti che gli altri possono manifestarci è la più grande forza insita in noi. Un campione diviene tale non solo grazie alle sue innate capacità e qualità ma anche grazie al lavoro di squadra, di gruppo e al supporto della collettività.  Il divenire consapevoli che l'unione fa la forza mentre le divisioni depauperano la forza dell'umanità, questo è uno degli sforzi più grandi che oggi ci viene richiesto.



 

 

 


 







Samadhi dimorare nella quiete


SAMADHI DIMORARE NELLA QUIETE
 
Potrebbe sembrare pretenzioso e poco utile, per l’insegnamento pratico dello yoga moderno, approfondire il Samadhi. Tuttavia,nella linearità del percorso yogico,  esso è l'ultimo livello di consapevolezza che si ricongiunge al primo, al fine di rendere manifesto lo scopo intrinseco dello yoga stesso, ovvero il dimorare nella quiete dell’assorbimento non duale che può portare alla libertà. Il Samadhi insegna a mettere insieme le frammentazioni dell’individuo per andare oltre le inquietudini. Porta il praticante a rimuovere e trascendere delle parti della propria personalità per arrivare a vivere in uno stato di imperturbabilità, stabilità e pace che ognuno, allievo o insegnante che sia, anela raggiungere, L’approfondimento dell’eccelso processo del Samadhi, delle tematiche e delle pratiche ad esso legate, ci consente di comprendere meglio le pratiche e l’insegnamento dello yoga.

Alcuni contenuti di questo corso saranno:

    L’importanza del Samadhi
    I presupposti per raggiungere il Samadhi
    I diversi tipi di Samadhi
    Praticare il Samadhi
    Lo stato che si sperimenta nel Samadhi
    Gli ostacoli al Samadhi

Il corso ha una parte teorica e una parte di pratiche yogiche e meditative dedicate al Samadhi.

INFORMAZIONI SUL CORSO


Luogo di svolgimento: ONLINE piattaforma Zoom


Per gli insegnanti di yoga iscritti alla YANI ( Yoga Associazione Nazionale Insegnanti) questo seminario è stato riconosciuto come  Corso di formazione continua per Insegnanti di  Yoga.


RECAPITI PER ULTERIORI INFORMAZIONI:



E-mail shantiyogapz@gmail.com   oppure adrianacrisci4@gmail.com

  cellulare 3774264352

Alla fine del corso verrà rilasciato l'attestato di partecipazione.

IL corso sarà tenuto da
Adriana Crisci
Insegnante di yoga e meditazione da molti anni. Oltre all’Hatha yoga e al Raja yoga si è formata in psicologia dello yoga, nei Riti tibetani e nella Ancient tibetan techiniques buddho meditation. Ha lavorato per anni, come yogaterapeuta presso un grande ospedali e come insegnante di yoga nella scuola primaria e superiore, dove oltre ai corsi per alunni e insegnanti ha tenuto anche conferenze e seminari. Ha tenuto e tiene corsi, seminari e conferenze sullo yoga per varie strutture e associazioni sanitarie tra le quali Associazione Donne Medico, AVIS, Vivere Donna. Ha scritto vari articoli sullo yoga. Tra l'altro ha condotto lezioni sullo yoga per uno dei Ministeri del Governo Italiano. Lavora come Yoga Expert, insieme ad architetti e paesaggisti, a progetti sulla percezione e la costruzione dell'immagine e degli spazi per la tutela dell'ambiente. Ha ideato e condotto programmi radiofonici sullo yoga. Ha ideato il progetto Yoga Sostenibile e il blog Yoga Sostenibile Da un po di tempo lavora come Yoga Expert e Insegnante di Yoga, insieme a medici,psicologi, nutrizionisti,fisioterapisti e altre figure socio sanitarie a un progetto dell’Associazione Donne Medico che ha lo scopo di promuovere il benessere della donna. É stata, nella YANI, coordinatrice per la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia, membro del Consiglio Direttivo, della Commissione Comunicazione e della Commissione Conferenze.
 Oltre ad insegnare yoga e meditazione è Naturopata, Floriterapeuta iscritta a registri nazionali ed internazionali e ha conseguito varie specializzazioni nell'ambito delle terapie olistiche, dell’Ayurveda, dei processi energetici e psicologici dell’individuo.