UNA BELLA LETTERA 2

Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo il blog. Aumentate ogni giorno! Spero che gli argomenti possano essere interessanti. Penso che ognuno di noi deve contribuire a lasciare il mondo migliore rispetto a come lo ha trovato. Questo non significa essere sempre felici, ma andare fino in fondo alle ferite e coltivare l'arte del fluire. Nasciamo al mondo già con un certo carico e la prima ferita è il distacco dal grembo materno. Felicità e sofferenza sono le due facce di una stessa medaglia, conosciamo la gioia perché sappiamo cosa è il dolore e cerchiamo di evitare il dolore perché la nostra natura umana è ananda ovvero beatitudine. Quando si parla di beatitudine pensiamo che questo significhi essere esenti da prove e test. Secondo me  e prendete questo come volete, la beatitudine è lo stato di equanimità che ti fa accettare i momenti belli come quelli brutti. Tuttavia, se come essere umano, riesci ad andare nel profondo della vera interiorità dove tutto è eternità, lì puoi vivere in uno stadio nel quale accogli tutto e cerchi di continuare a navigare, attraversando anche le tempeste dell'oceano della vita. Le tempeste sono i nodi emozionali che dobbiamo sciogliere e che ci legano e ci mantengono nell'ignoranza della verità. Bene, oggi, come promesso, vi riporto un altro pezzo della lettera. A dire il vero è un po lunga, ma mi piace trascriverla nella sua interezza, senza tagliare delle parti che per alcuni potrebbero poi risultare importanti.

" Amico mio, mi permetto di considerarti ancora tale. Magari per te non sono più un amico, ma per me e mia moglie lo sei ancora, perché ognuno lascia nell'altro una traccia di se, che viene registrata in una parte della mente più profonda. Tu sai che sono abituato ad accogliere i problemi, gli stati d'animo e gli umori degli altri. Per me nessuna interiorità è sprecata. Ci sono persone più forti ed alcune più fragili. Forse quelle più fragili  hanno scelto di vivere le lezioni più difficili. Ho lavorato molto sul perdono ed oggi posso dire che, per quanto riguarda quello che mi hai fatto e che sinceramente non pensavo di meritare, ti ho perdonato e non solo io, anche mia moglie. Una persona può sbagliare, in determinate condizioni, magari pensa di agire per il bene dell'altro e l'altro non riesce a vedere questo tuo bene, sopratutto se è circondato da altre persone che non so fino a che punto desiderano il suo bene. Forse erroneamente noi abbiamo pensato che il tuo bene fosse farti capire, invece tu hai compreso cose diverse, oppure te le hanno fatte credere. Quante volte ti ho difeso con terze persone, quante volte mi sono messo in prima fila per te, per giustificare e accomodare quello che facevi......Le amicizie sono importanti nelle nostre vite. Si incontrano persone che sembrano degli agnellini, invece sono dei lupi travestiti da agnelli. Devo dire che quello che mi ha creato più sofferenza sono state le tue accuse. Mi hanno fatto sentire una nullità. Per tanto tempo mi sono chiesto come avevi potuto pensare certe cose di me e sopratutto pensare che io fossi come le persone che tramano dietro gli altri. Hai creduto a cose che ti sono state riferite e che assolutamente non ho mai detto e fatto.  Certo non mi scrollo di dosso le mie responsabilità, lì dove ce ne sono state, ammetto i miei errori e la mia impulsività, in certi momenti, ma da questo all'arrivare a credere delle assurdità! Mi chiedo come fa una persona a lasciarsi incantare dai falsi profeti, da uomini o da donne che non sono fedeli ai loro ideali, che non portano avanti le responsabilità che si sono assunte, che non si impegnano nel loro lavoro e sono fuscelli in preda alle passioni. Come fa una persona a barattare le amicizie sincere che danno e non chiedono nulla, come fa a dire di essere stata sfruttata. Voglio pensare che tutto ciò sia stato frutto solo delle tue fragilità, delle tue ferite irrisolte, dei tuoi dolori. Ogni giorno prego Dio di illuminare le nostre menti, le menti di tutti noi, uomini e donne, e che possa arrivare uno spiraglio di luce che ci faccia risvegliare e conoscere la verità. Prego affinché si accresca il senso di umiltà dentro ognuno di noi. Ricordi? Facevamo dei discorsi sull'umiltà. Caro amico, tutto quello che conosco di te, resta custodito dentro di me. Mi chiedo se tu sei felice di vivere la vita così come hai deciso di viverla. Se tu sei felice io, noi siamo felici per te. "


Spero che anche per voi, quest'altra parte della lettera sia di qualche riflessione e utilità. Alcune persone mi hanno  comunicato che ritrovano molte situazioni e parti di loro in questi scritti e sono contenta che tutti noi possiamo crescere insieme! Ci sono altre pagine di questa lettera,  ringrazio chi me l'ha data e spero di pubblicare ancora il seguito.
Adriana Crisci

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