UNA BELLA LETTERA

Eccomi qui. Ritorno a scrivere dopo qualche giorno, trattenuta da una serie di impegni che hanno a che fare con il karma yoga. Il servizio da dedicare agli altri, evitando, quanto più è possibile, le trappole dell'ego. Si perché il presumersi di stare facendo qualcosa in favore di....credetemi è una bella trappola dell'ego. In realtà l'altro non è che un aspetto del divino che ci sta offrendo la possibilità di servirlo. Non dobbiamo presumerci, quindi di essere noi a servirlo, che ha bisogno di noi.....questa è una grande bugia, una trappola che ingigantisce il nostro ego. Quante volte abbiamo detto che abbiamo fatto troppo per qualcuno, in realtà quella persona è stata uno strumento di Dio per testare la nostra capacità di servire senza aspettarci nulla in cambio......anche se arrivare a questo, credetemi è molto difficile.L'altro ci ha concesso l'opportunità di servirlo.  La vita è fatta di opportunità e di scambi, non c'è chi ha bisogno di ricevere e chi si presume di dare, ma  ci sono solo dei ruoli da interpretare, per quanti faticosi a volte essi possano essere. Bene, girovagando, mi sono imbattuta in una lettera. Purtroppo non è firmata, ma anche se lo fosse stata, per correttezza non avrei potuto riportare il nome di chi l'ha scritta. Mi ha colpito nel profondo e creato un grande senso di commozione. Mi ha fatto molto riflettere come noi pensiamo che tutti abbiano una certa immagine di noi, la stessa, invece no, ognuno coglierà di noi quello che è capace di cogliere. Sicuramente non tutti penseranno che siamo delle brave persone, alcuni potranno pensare che siamo degli ipocriti, degli opportunisti, degli invadenti, delle persone gelose, etc. Nonostante ciò quello che conta è la nostra capacità di ammettere che in noi convivono il santo e il peccatore e che stiamo cercando di migliorare le tendenze non positive. La vera umiltà, lo dico sempre, è ammettere che non siamo infallibili, assumerci la responsabilità dei nostri errori e trasformarci, perché quando lo facciamo  vuol dire che stiamo crescendo e stiamo elevandoci ad un gradino più alto dei nostri stati di coscienza. Ho concluso l'incontro su COME VIVERE NELL'ARMONIA, tenuto il 20 giugno, con questa frase : " Essere ciò che si è, questo è vivere nell'armonia".
Ecco di seguito il testo integrale della lettera, purtroppo non era datata, ma penso siano parole adatte ad ogni epoca e circostanza. Mi auguro che anche voi troviate degli spunti di riflessione, come è successo a me.

" Caro amico,
in questi giorni, improvvisamente mi sei ritornato in mente, grazie ad una canzone di Lucio Dalla, della quale non ricordo il titolo ma che inizia proprio con le parole caro amico ti scrivo. Improvvisamente mi sono venuti in mente dei flash, degli spezzoni di tempo condivisi insieme. Sai a volte non c'è bisogno che ci sia stato tanto tempo, quello che è importante è la qualità del tempo trascorso insieme: le piccole illuminazioni, gli insegnamenti, i reciproci aiuti , i percorsi che abbiamo condiviso. Si dice che quando incontri un vero amico, un amico di varie vite, lo riconosci dalle affinità e poi dalla reciproca disponibilità. Probabilmente a volte ci illudiamo che le amicizie siano vere amicizie, magari lo sono, sino a quando non subentrano situazioni che ci riportano ad antiche tendenze, alla ripetitività di alcuni errori. Un vero amico cerca sempre di aprirti gli occhi, ma quando vuoi tenerli chiusi e l'amico si ostina, allora, quasi inevitabilmente, si creano delle fratture o anche delle rotture. Si dice che quello che si è rotto non può ritornare ad essere come prima. Non so se è vero, allora che senso avrebbe il lavoro di tutte quelle persone che restaurano i cocci e li rimettono insieme, dando una nuova vita ad un vaso? Che senso avrebbe il lavoro di quei chirurghi e poi dei terapeuti che lavorano nella riabilitazione, dopo un grave incidente? Sicuramente, dopo una rottura le situazioni cambiano, non mi riferisco tanto a quelle esteriori, ma a quelle interiori, perché il dolore dovrebbe far maturare. Ecco questo è successo a me. Ho pensato spesso a quali miei comportamenti avessero potuto scatenare la tua rabbia ed ho cercato di correggerli. In cuor mio ti ho anche ringraziato per avermeli fatti notare, anche se in maniera brusca, anche se alla fine mi hai trattato come se io fossi una vecchia pezza da scarpe o una persona indegna di far parte della tua vita. Si perché della vita di una persona, della mia, della tua, di quella di tutti gli esseri e non mi riferisco solo a persone, ma anche agli animali, non fanno parte solo le persone con le quali condividiamo la nostra intimità, ma anche i genitori, i fratelli, i figli, gli amici, i colleghi di lavoro, tutti i parenti, gli animali e tanto altro ancora.  Non ho incontrato tante persone capaci di provare un profondo senso di rabbia verso gli altri e  verso la vita.  Non riuscivo a capire bene cosa fosse la rabbia, pur avendola provata anche io, in alcune situazioni in cui mi sentivo frustrato. Oggi penso che chi prova  spesso rabbia è perchè ha una profonda sofferenza dentro di se. Con la sua rabbia infligge, consapevolemente o meno, sofferenza agli altri, perchè non ha cercato di mediare con le sue profonde ferite personali. Pensa di trovare sollievo al proprio dolore scaricandolo sugli altri. Spegnere il fuoco della rabbia non è facile, perchè questo fuoco incenerisce gli altri, ma con il tempo crea dentro chi la manifesta  un tale senso di disordine e di disagio che brucia e rode la vita. Mi chiedo come stai vivendo la tua vita e se è sopraggiunto qualcuno o qualcosa ad alleviare questo fuoco dentro di te, se ti sei soffermato ad ascoltare il tuo dolore.  Forse, con la mia consapevolezza di oggi, essendomi io tuffato nella profondità del mio dolore, adotterei modi diversi di porgerti la mia mano e di aiutarti così come tu volevi essere aiutato e di capire se effettivamente stavi richiedendo il mio aiuto. Ho capito che a volte il dolore può essere un regalo. Ho imparato ad ascoltare le mie emozioni, a cercare di comprendere e imparare le lezioni della vita, perchè in questo modo potevo agire e cambiare la mia personalità. Le relazioni umane, di qualsiasi tipo e genere siano, non sono facili, ma sono la nostra palestra di vita, quelle che ci insegnano ad essere meno orgogliosi se lo siamo molto, più umili se non lo siamo e a credere in noi. Ad accettare che ognuno è fatto a modo proprio e che forse per imparare una lezione dobbiamo anche farci male o farci fare del male. Io non ho mai voluto vedere il male negli altri, pensare che potessero esserci delle persone capaci di fare del male agli altri, questo anche quando l'ho ricevuto. Ho cercato sempre di scusare le persone e di vedere i miei errori. Non sono un santo no. Non sono migliore di te o di altre persone quelle che tu frequenti o quelle che io frequento, no. Sono una persona in cammino nella scuola della vita e nonostante tutto voglio continuare a vedere la luce che c'è in me e in ogni essere creato. Il resto sono solo delle sovrastrutture, delle personalità create dall'ego che convivono in una stessa persona e che magari a volte prendono il sopravvento. A volte creaiamo delle corazze per paura di soffrire o di non essere accettati e fuggiamo da coloro che ci possono dare una speranza di vero cambiamento. Ci sentiamo delusi dagli altri e anche da noi stessi, se abbiamo fatto o detto cose che non volevamo, magari presi dalla rabbia......"
La lettera continua ancora, ma ora devo andare, ho un appuntamento e non voglio ritardare, per me il rispettare gli altri è anche cercare di essere puntuali. Copierò la lettera sul blog nel prossimo post. Al vostro servizio. A presto!
Adriana Crisci


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