LA METAFORA DEL PULIRE IL PAVIMENTO


 

 

Nei  miei vissuti in India una delle cose che mi ha sempre colpito è la pulizia del pavimento. Sembra un atto banale ma può insegnare molto a prescindere dal genere e dall'età. Da quelle parti è usanza non pulire il pavimento dopo il tramonto, una credenza che ha, in fondo, un suo perchè. Infatti l'oscurità non da molta possibilità di vedere ciò che obnubila la mente, mentre la luce mostra le cose per ciò che sono e rende anche visibili i risultati raggiunti. Tanti anni fa non esisteva il tappetino di yoga e questo mi fa pensare che lo yoga sia una pratica che può andare oltre un contesto e un ambiente limitato perchè un praticante di yoga dovrebbe coltivare l'attitudine a praticare questa filosofia ovunque si trovi. Infatti lo yoga ci insegna che gli spazi sono illimitati, non delimitati da barriere, genere o colore e che l'io ha molto da lavorare per essere forgiato. Le persone che ho osservato stavano naturalmente praticando una versione, in modo dinamico, di malasana ( la posizione della ghirlanda), con un differente mudra delle mani. Questo asana accovacciato permette non solo di radicarsi nella vita, ma anche di trovare una connessione che rispetti la terra come luogo che dharmicamente ( eticamente) sostiene, allo stesso modo,  la vita di tutti gli esseri che la abitano. L'atto di pulire il  pavimento diventa una pratica che porta la mente a divenire più tranquilla e mi chiederete perchè visto che oggi, per risparmiare tempo e fatica, utilizziamo mezzi sempre più tecnologici e sbrigativi per farlo. Quello che posso dire è che per me è stato molto affascinante e di grande insegnamento osservare, nei villaggi dell'India, le donne  usare con destrezza la scopa di saggina per spazzare e poi strofinare il pavimento fino a  che l'acqua non lo rende quasi come uno specchio. Ho cercato di studiare, praticare e capire questo rituale e il risultato credetemi è sorprendente! Malasana a livello fisico porta benefici a muscoli, articolazioni e al sistema digestivo che così è aiutato ad eliminare le scorie. Metaforicamente penso ad un sistema digestivo che sia aiutato ad eliminare le scorie non solo degli alimenti ma anche del nutrimento più sottile che ci arriva tramite ciò che ascoltiamo, ciò che odoriamo, ciò che guardiamo, etc. e che spesso inquinano la nostra mente. Questa è un'azione che va oltre la pratica individuale pur essendo praticata da un individuo. Infatti il beneficio non è solo per se stessi ma è anche un seva cioè l'atto di servire con amore e  senza aspettarsi nulla in cambio lo spazio che stiamo pulendo, coloro che lo abitano e di conseguenza il prendersi cura e contribuire al sostegno  di ciò che è a stretto contatto con la terra. Un praticante di yoga non ha bisogno di indossare una tuta alla moda, di avere un tappetino cult ma l'indicatore che sta procedendo nella pratica è l'agire svolgendo anche compiti umili. Simbolicamente spazzare con la scopa il pavimento e poi lavarlo mentre sostiamo nella variante di malasana significa tante cose! Per esempio iniziamo a spazzare i nostri  samskara ovvero quelli che sono i solchi di memorie recondite che abitano in maniera radicata il nostro subconscio e che ci portano a pensare e agire in modo inconsapevole, automatico ma anche a creare determinati tipi di relazioni che potrebbero essere limpide se spazziamo via quelle tendenze che invece disarmonizzano noi stessi e gli altri. L'ultimo gradino dello yoga è il samadhi che si raggiunge dopo aver spazzato e lavato la nostra mente e averla resa il più trasparente possibile, come un diamante. Una mente che diviene abbandonata a Sathya, la Verità e si apre, creando così, con consapevolezza, senza preconcetti ostacolanti, gioia, unità e crescita anche in qualsiasi tipo di relazione, perchè queste ultime servono a farci migliorare e non per creare sofferenza. E' bello credetemi, provare a pulire il pavimento e pensare di essere, nel contempo, l'agente (colui che pulisce) e l'agito (il pavimento), affinchè, pian piano, mentre nettiamo, mentre depuriamo man mano,  la nostra vera natura, affrancata da tutte quelle errate impressioni latenti che creano le sovrastrutture che ci ingabbiano, possa sentirsi libera e farci essere ciò che realmente siamo, e questa potrebbe essere davvero una buona, semplice e umile pratica. Tutti possiamo praticare lo yoga ma è necessario parlare dello yoga per ciò che veramente è non per quello che pensiamo debba essere. Credetemi, per il nostro ego è più difficile lavare un pavimento che mostrarsi in sirsasana la posizione sulla testa! Ma devo ammettere che nel primo caso potremmo apparire come delle persone poco importanti e essere ignorate, nel secondo come dei bravi praticanti e essere applauditi e l'ego sceglie sempre la via dove maggiormente si può mostrare al fine di ricevere plausi. Dopo anni di ricerca e di pratica ho compreso che la Realtà non è mai quella che appare ma è ciò che vive sotto le apparenze. La nostra abilità dovrebbe essere quella di vedere oltre l'apparenza ed è lì che possiamo notare che, al di la dei contrasti e delle opposizioni, del voglio e me lo merito, dell'io sono e tu non sei, esiste la verità che siamo tutti uguali seppure viviamo nella diversità dei nostri pensieri, delle culture, dei credo, dei territori................. Insomma😀😂😄 potremmo dotarci di ramazze e creare dei gruppi, già immagino molti luoghi più puliti e ordinati e di sperimentare una certa tranquillità delle menti che dona anche una bella sensazione di aver fatto qualcosa di utile!



4 commenti:

  1. Il significato di questo post è molto umile e accresce senz' altro l' interessa su questa pratica mentale fisica e spirituale in me.Grazie o Namaste'

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  2. L'ho letto con molta attenzione e ne sono rimasta entusiasta x le cose dette è veramente un "pulirsi"l'anima Grazie

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  3. Grazie , molto bello e significativo

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